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fonte: Bresciaoggi Venerdì 11 Marzo 2011

 

NATURA. Sul tavolo un progetto di forte trasformazione dell’area
torbiere del Sebino: appelli ambientalisti

Le associazioni si rivolgono a Regione e ministero per dire no a qualsiasi riqualificazione* della riserva

 

Una veduta aerea delle Torbiere del Sebino
È una fase difficile per la tutela dell’ambiente in Lombardia e, a cascata, nel Bresciano. Nelle stanze della Regione circola infatti una proposta di legge che trasformerebbe fortemente – in senso negativo per gli ambientalisti – i contenuti e la filosofia della legge regionale 86 del 1983: quella che ha istituito Parchi e Riserve regionali. E nel frattempo, una «anticipazione» di quanto potrebbe avvenire la si è già avuta sul futuro delle torbiere del Sebino: una Riserva naturale orientata e un unicum avifaunistico e botanico di rilevanza europea.
Il riassunto delle ultime «puntate» a partire dal via (da parte del Consorzio pubblico che controlla l’area) del nuovo Piano di gestione, avvenuto nell’aprile del 2009, vede infatti una delibera consortile che, su sollecitazione della Regione, definisce alcune modifiche del perimetro della riserva e una riclassificazione della stessa (nell’agosto 2010), e a seguire (nel novembre dello scorso anno) l’avvio, sempre da parte del Consorzio, della procedura di esclusione della Vas (Valutazione ambientale strategica) proprio relativamente al nuovo Piano di gestione dell’area.

 

NON SOLO: PRIMA ANCORA della definizione del «caso» Vas, che non è ancora avvenuta, è apparsa sulla scena una delibera della giunta regionale (del 15 dicembre scorso) il cui effetto è sostanzialmente questo: quella che era ed è una Riserva orientata, caratterizzata da tre zone di tutela gradualmente meno intensa (dalla A, la più preziosa, alla fascia C di rispetto) si ridurrebbe alla sola zona A, e nella fasce B e C (in particolare in quest’ultima) si spalancherebbe la strada a una serie di attività antropiche e a edificazioni finora vietate. Tutto ciò per gli ambientalisti rappresenta un semplice «svuotamento» dell’area protetta; che risulta a loro dire evidente (per esempio e non solo) nella «riclassificazione della zona B a Riserva parziale idrogeologica, paesistica e botanica: una scelta che ignora del tutto i valori avifaunistici rilevati». Ma che diventa ancora più evidente quando la delibera regionale «rende possibile realizzare nuove costruzioni nelle zone B e C, purché previste dal Piano di gestione ed eseguite direttamente dall’ente gestore o su sua autorizzazione».

 

LE CONSIDERAZIONI SOPRA esposte sono de «La Schiribilla» e del Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane (Lipu, Enpa, Legambiente, Sva di Legambiente, Lac, Anpana, Laica, Lida, Lav, Oipa, Compagni di strada e Telefono difesa animali), e sono contenute in un pacchetto di osservazioni di modifica della già citata delibera della giunta del Pirellone inviate alla Regione, al ministero dell’Ambiente, alla Provincia, al Consorzio delle torbiere e a tutti gli enti locali che ne fanno parte. Nel documento si ricorda che il provvedimento regionale abolisce nella fascia di rispetto (C) divieti come il campeggio, la cattura di animali, la raccolta della flora spontanea e la formazione di depositi o addirittura discariche, e si chiede innanzitutto alla Regione di mantenere nei confini della Riserva orientata anche la fasce di minor tutela, di confermare sostanzialmente tutti i divieti definiti dal Piano di gestione del 2009 e, «in considerazione dello stravolgimento attuato dalla delibera regionale», di prevedere «una ancora più necessaria e indispensabile Valutazione ambientale strategica del Piano di gestione». P.BAL.
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*Probabilmente un refuso, per indicare invece “no a qualsiasi declassamento della riserva” .