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Fonte: Bresciaoggi, venerdì 21 ottobre 2011

NATURA IN BILICO. Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste
torbiere, nuovo allarme:
«La riserva perde i pezzi»
Sotto accusa un declassamento che apre la strada all´agricoltura

Italia Nostra fa appello all´agricoltura di qualità per fermare il cemento in Franciacorta; ma la stessa pratica agricola (in questo caso addirittura biologica) ha finito per dare una nuova e neanche troppo indiretta spallata alla tutela di un pezzo molto prezioso di questo territorio: la sempre più maltrattata Riserva naturale delle torbiere del Sebino.
La comunicazione e le critiche arrivano dal Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane (dieci realtà, dall´Enpa a La Schiribilla) sotto il titolo «Accontentato il privato, bocciato il Comitato». Il privato in questione ha visto di fatto accolte le proprie osservazioni da parte della Regione, che con una delibera approvata dal Consiglio, lo ricordiamo, ha da qualche tempo ridefinito i nuovi confini e riclassificato gli spazi interni alla riserva. Così, i titolari di un terreno antistante la rotonda del Ciochèt prima inserito in zona «B», e già «fermati» nel 2009 da un ricorso delle associazioni dopo aver spianato un´ampia area protetta per destinarla all´agricoltura biologica, ora potranno riprendere il progetto grazie a un declassamento del medesimo settore del parco, appena inserito in fascia «C».
E il Comitato? È quello tecnico scientifico del Consorzio di gestione delle torbiere: ha il compito di aggiornare periodicamente situazione e conoscenze sull´area, e aveva raccomandato di mantenere il pezzo di area tutelata in questione nella zona B per conservarne le particolari caratteristiche botaniche. Inutilmente.
«Già nel Piano di gestione del 1997 quest´area era stata riconosciuta di valenza naturalistica e protetta nella zona B – commentano le associazioni del Coordinamento -. Poi è stata utilizzata in parte nel 2005 per costruire la rotonda del Ciochèt, e ora il consiglio regionale, all´unanimità, ne sacrifica un´ampia fetta per opere di interesse privato». Un caso non isolato inserito in un quadro generale che gli ambientalisti ritengono preoccupante: «Col provvedimento di ridefinizione degli spazi della riserva sono state semplicemente allargate le maglie delle precedenti prescrizioni – affermano i gruppi del Coordinamento -. Infatti, sia nella fascia B, sia nell´area di rispetto C si consentono nuove possibilità edificatorie e vengono meno divieti importanti; come il no alla raccolta della flora spontanea o alla formazione di depositi di rifiuti.
Oppure come l´obbligo di mantenere lontane manifestazioni pubbliche».
Oltre al danno, per di più, c´è stata anche la beffa: «Il provvedimento regionale è contradditorio, perchè contemporaneamente riconosce il valore naturalistico di questo territorio, ma ne sancisce nello stesso contesto il trasferimento in una classe di tutela inferiore».
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