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Fonte: Giornale di Brescia, 24 dicembre 2011

Iseo
Per il futuro delle Torbiere il Consorzio si affida ai pescatori

ISEO Anche se può sembrare un paradosso, per una maggior tutela della Riserva naturale delle Torbiere, il ruolo del pescatore viene rivalutato. Il pescatore infatti è stato associato ad una «sentinella ambientale», figura descritta da Mario Narducci, presidente Spinnig Club Italia, durante il convegno sul ripopolamento ittico delle Torbiere. Questa immagine, nuova per il territorio, al Consorzio di gestione della Riserva è parsa positiva e meritevole di considerazione. «I problemi degli ecosistemi acquatici italiani, Torbiere comprese, nascono dalla concezione di derivazione ottocentesca con cui ancora oggi si sfrutta il territorio, l'acqua in questo caso, come fosse un bene illimitato di nessuno su cui chiunque abbia la forza economica o politica di mettere le mani a proprio beneficio, è autorizzato a farlo – ha spiegato Narducci -. Nel processo il pescatore, specie se associato, può svolgere una funzione di sentinella ambientale, proprio per la consuetudine da esso mantenuta con tali ambienti. Tale funzione si esplicita attraverso tre flessioni: la segnalazione in tempo reale delle problematiche, l'offerta di volontariato motivato per potenziare progetti di recupero ambientale, fungere da indispensabile verificatore sul campo dell'efficacia dei questi ultimi». La Riserva delle Torbiere del Sebino conta ad oggi due siti dedicati alla pesca sportiva, otto piazzole nel tratto che dal centro accoglienza visitatori si estende verso la località Ciochet di Cremignane e la cava d'argilla a sud della Cascina Bersi Serlini.
Le postazioni sono state gestite, fino ad oggi, da una società di pesca sportiva che vende circa 1.200 permessi all'anno ma, con la concessione in scadenza, il Consorzio diverrà diretto gestore. Ma la volontà dell'ente di aprire maggiormente ai pescatori è impellente, con una duplice ottica, di salvaguardia ambientale da un lato e per motivi d'ordine pubblico dall'altro. «L'operazione è in fase di discussione all'interno del Consorzio – ha spiegato il presidente Gianni Lecchi – e, se dal punto di vista ambientale-scientifico è stata sottoposta agli ittiologi, per gli altri motivi siamo già convinti della bontà e della riuscita». La presenza di pescatori sportivi e dilettanti potrebbe infatti disincentivare la frequentazione di pescatori di frodo e di individui sgraditi, spine nel fianco della Riserva. L'ottica sposata dal Consorzio è quella di una pesca mirata al pesce siluro. Veronica Massussi