Diritti edificatori inviolabili?

Alcuni manifesti di protesta in occasione della manifestazione contro la realizzazione del villaggio turistico nell’ultimo lembo a lago non urbanizzato, tra Clusane d’Iseo e Paratico (12 gennaio 2013)

Nella nuova pianificazione comunale volta a sostituire i vecchi piani regolatori, spesso si sono accusate le amministrazioni precedenti di aver previsto aree edificabili in ambiti decentrati o  da preservare paesaggisticamente, ma per lo più tali previsioni “contestate” sono state poi riconfermate nei PGT, perché è stata lasciata passare la convinzione che i diritti edificatori acquisiti non possono essere eliminati.

Quante volte, facendo osservazioni ai vari piani al fine di ridurre o cancellare previsioni di edificabilità che, se effettivamente realizzate, avrebbero compromesso zone meritevoli di tutela, ci si è sentiti rispondere che certe previsioni di espansione edilizia non potevano essere rimosse, perché presenti nei piani regolatori precedenti e si sarebbero avuti ricorsi delle proprietà basati su presunti diritti acquisiti?

Invece…

E’ CONFERMATO: NON ESISTONO “DIRITTI EDIFICATORI” NÉ “VOCAZIONI EDIFICATORIE” DI SUOLI NON ANCORA EDIFICATI

Una recente sentenza del Consiglio di Stato ribadisce interpretazioni delle leggi vigenti, ignorando le quali tecnici e amministratori incompetenti, hanno contribuito al pesante e ingiustificato consumo di suolo…                                       

V. qui e anche qui 

Estratto dalla sentenza 6656/2012: La potestà pianificatoria degli Enti pubblici territoriali costituisce “intervento … sul proprio territorio, in funzione dello sviluppo complessivo e armonico del medesimo; uno sviluppo che tenga conto sia delle potenzialità edificatorie dei suoli, non in astratto, ma in relazione alle effettive esigenze di abitazione della comunità ed alle concrete vocazioni dei luoghi, sia dei valori ambientali e paesaggistici, delle esigenze di tutela della salute e quindi della vita salubre degli abitanti, delle esigenze economico-sociali della comunità radicata sul territorio, sia, in definitiva, del modello di sviluppo che s’intende imprimere ai luoghi stessi, in considerazione della loro storia, tradizione, ubicazione e di una riflessione de futuro sulla propria stessa essenza, svolta per autorappresentazione ed autodeterminazione dalla comunità medesima, con le decisioni dei propri organi elettivi e, prima ancora, con la partecipazione dei cittadini al procedimento pianificatorio”

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 

 Ci sono PGT rimasti immuni da questa “logica” dei diritti edificatori?