Articolo: “Lamette, degrado senza fine: da oasi a fogna a cielo aperto”

Riportiamo un articolo che tratta dello sversamento di liquami nella riserva, in particolare nelle acque delle Lamette, reflui provenienti dal collettore circunlacuale che attraversa la parte nord della Riserva e che nel suo percorso verso il depuratore di Paratico raccoglie gli scarichi fognari dei comuni di Adro, Capriolo, Corte Franca, Provaglio d’Iseo, Iseo, Sulzano, Montisola, Sale Marasino, Marone.  Tale situazione è stata ripetutamente segnalata nel corso degli anni scorsi anche dalle GEV (Guardie Ecologiche Volontarie) e da varie associazioni. Le foto che pubblichiamo, tratte dal nostro archivio, riguardano fenomeni di sversamento in Lametta dai pozzetti del collettore nel febbraio- marzo del 2009.

Fonte: Bresciaoggi giovedì 27 dicembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 25

ISEO. Chiusini che saltano e acque nere che tornano in superficie: la riserva è ormai allo stremo

Lamette, degrado senza fine: da oasi a fogna a cielo aperto

Giuseppe Zani

In caso di piogge torrenziali la portata del collettore risulta insufficiente e i liquami esondano nei campi A lanciare l´allarme l´associazione «Clusane unita»

La riserva naturale delle Lamette, paradossalmente, stava meglio quando non c´era il collettore fognario circumlacuale, vale a dire sino alla metà degli anni Ottanta. Adesso è una palude maleodorante, perché da anni gli scolmatori del collettore vi riversano i liquami gonfiati dalle piogge e il lago vi si spinge solo nei momenti di piena.

UNA SITUAZIONE che è stata denunciata da Gianpaolo Pedemonti durante un´assemblea organizzata dall´associazione «Clusane unito» nella maggiore frazione iseana. Non è la prima volta che Pedemonti lo fa. Sempre invano.

«Il degrado si va accumulando nella zona di Badaline, dove sboccano due sfioratori – spiega -. Il problema è generato dal fatto che i vari comuni, incluso Iseo, non hanno separato a monte le acque nere dalle acque bianche. Il fondo lo si è toccato di recente con l´allaccio di Cortefranca all´anello circumlacuale». Quando piove a dirotto, in effetti, la portata del collettore risulta decisamente insufficiente, un po´ perché all´altezza di Badaline il tubo è rastremato, cioè si riduce di diametro, un po´ perché più avanti, in località Barro, le pompe dell´impianto di sollevamento non ce la fanno a mandare verso Paratico il flusso delle acque miste in arrivo. E allora entrano in azione gli scolmatori. Talvolta succede che persino essi siano in difficoltà e la violenza della pioggia sia tale da far saltare per aria i chiusini, spandendo i liquami fognari per i campi coltivati che si estendono ai piedi di Badaline.

«Un´autentica miopia: si sono previsti e realizzati due scolmatori proprio nel bel mezzo delle Lamette – insiste Pedemonti -. Lì i fondali sono bassi, i canali verso il lago sono in parte ostruiti, non c´è ricambio d´acqua. Davanti c´è la foppa di Clusane, un´ansa una volta ricca della famosa “erba da pesce”, adatta cioè alla deposizione delle uova che i maschi poi fecondavano. Adesso, nel tratto di lago compreso tra Sassabanek e Clusane, i fondali sono fangosi o al massimo coperti da alghe che si ingozzano di nitrati e fosfati. Non sono un tecnico, ma vorrei segnalare che nel 2003, l´anno della grande siccità, in questa zona l´acqua si era ripulita e si era ripristinato l´habitat per la riproduzione naturale dei pesci. Con la ripresa delle piogge, tutto è tornato come l´anno precedente». Scenari che si sono riproposti nelle stagioni successive. Le acque inquinate della foppa non si rimescolano e il materiale convogliatovi dagli scolmatori si accumula.

COMMENTA Pedemonti: «È singolare che una pletora di enti, dall´Asl al Comune, dal consorzio dei laghi all´ente gestore delle torbiere, si sia mossa di recente per proteggere la foppa dagli escrementi di qualche anatra domestica, mentre continua a non vedere, a poca distanza, gli effetti di quella che è una vera fogna a cielo aperto».

 

 

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