Clusane: sit-in…in rassegna

Pubblichiamo in elenco i vari servizi giornalistici che riguardano il sit-in tenutosi il 12 gennaio scorso per protestare contro la chiusura dell’ultimo corridoio ecologico tra il Monte Alto e il Sebino. Si è presentato alla manifestazione anche il proprietario del terreno che ha espresso il suo punto di vista.

L’accorgimento (tunnel) per favorire il passaggio dei rospi è senz’altro positivo, ma ribadiamo che viene occluso un corridoio che ha valenza come “passaggio” tra monte e lago per tutte le specie animali e vegetali.

Nello specifico il varco ecologico ancora esistente tra Monte Alto e Sebino è classificato dalla Regione tra i varchi insediativi a rischio per la connettività ecologica. La prosecuzione dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità conseguenti. Occorre dunque andare in senso contrario, favorire la deframmentazione, assicurando agli animali e alla vegetazione una fascia percorribile.

Purtroppo succede che, mentre da una parte si promuovono studi, convegni, si emanano direttive e normative per salvaguardare i corridoi ecologici, s’investono risorse per crearne di nuovi e incrementare la biodiversità (v. qui  e qui ), dall’altra si vanno a minare quelli esistenti e gli enti/istituzioni preposti alla tutela non mostrano capacità o volontà di impedirlo.

– BRESCIAPOINTCementificazione tra Paratico e clusane: anche l’Enpa dice NO 

-GIORNALE DI BRESCIA: Iseo «I rospi Bufo Bufo vanno salvaguardati»

– IL GIORNO: Nuovo villaggio turistico Il no degli ambientalisti 

– TELEBOARIO: Il villaggio della discordia

– Servizio del tgpota: 12/1 Clusane (BS) atènsciù a l’ambiènt

– TG LOMBARDIA EDIZIONE DELLE 14.00 del 12/01/2013, dal minuto 17.30

– Bresciaoggi: Costa verde faccia a faccia

– Bresciaoggi video: Presidio Legambiente a Clusane

 

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Bresciaoggi domenica 13 gennaio 2013 –

ISEO. Un «dibattito» fuori programma durante la manifestazione degli ambientalisti

«Costa verde», faccia a faccia tra gli ecologisti e i costruttori

Giuseppe Zani

Al «sit-in» si presenta anche il titolare della società «Edificare è nostro diritto. Gli eco-mostri sono altri»

A sorpresa, i titolari della «Costa verde srl» si sono presentati ieri al sit-in organizzato da Legambiente, davanti all´area a lago sulla quale la società si appresta a realizzare un villaggio turistico, sul confine tra Clusane d´Iseo e Paratico.

Ne è nato un confronto serrato, a tratti acceso, ma sempre civile. Da un lato i clusanesi Natale Gatti con la moglie Antonietta, il figlio Davide e altri familiari; dall´altro un centinaio di ambientalisti e di iscritti alle associazioni «la Schiribilla» e «Monte Alto», muniti di bandiere e cartelli invocanti uno stop al cemento.

I Gatti hanno difeso il loro diritto a costruire, sancito dal vecchio Pgt e corredato da tutte le autorizzazioni del caso. Gli ecologisti hanno ribattuto sostenendo che i 45mila metri quadri su cui stanno per sorgere 48 alloggi e due piscine, sono l´ultimo corridoio ecologico rimasto in riva al Basso Sebino, l´unico punto d´accesso al canneto di cui dispongono i rospi bufo bufo quando, a primavera, per riprodursi, scendono dal monte Alto.

«Tengo a precisare – dice Natale Gatti, attorniato dagli ambientalisti – che la superficie coperta sarà di soli 2000 metri quadri, gli edifici avranno una volumetria complessiva di 6000 metri cubi e non supereranno i 3,5 metri di altrezza: il resto dell´area, 42mila metri quadri, rifiorirà, perchè sarà ripiantumato e rinaturalizzato. Quanto agli alberi tagliati nei giorni scorsi, non erano un bosco: erano pioppi da me piantati nel 1983, quando pensavo di realizzare qui un campeggio. Non avete protestato contro gli interramenti di canneti e la costruzione di veri ecomostri a poca distanza da qui, a Paratico: perchè?».

Gatti non minimizza la tutela degli anfibi: «Idea giusta. Ma a falcidiarli è la strada provinciale che corre qui davanti: noi, per agevolarne le migrazioni, scaveremo a nostre spese due tunnel sotto l´asfalto».

Barbara Meggetto, direttrice di Legambiente Lombardia, sintetizza le ragioni del sit-in: «Basta costruire da queste parti, dove peraltro abbondano le seconde case e le case sfitte- insiste-. Va cambiato il modo di pianificare da parte dei Comuni, che cercano risorse attraverso gli oneri di urbanizzazione. Nello specifico, contestiamo la mancata corrispondenza tra il Piano territoriale regionale, che chiedeva di salvaguardare questo corridoio ecologico, e gli strumenti urbanistici locali».

articolo pubblicato su IN Chiari Week

 

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