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fonte: Bresciaoggi, Venerdì 06 Maggio

AMBIENTE/1. Associazioni ed enti locali in un teso confronto sul patrimonio naturalistico

 

torbiere del Sebino, ombre sul futuro della zona umida

 

L’allarme degli ambientalisti: «Minacciate la flora e la fauna» E per il piano di gestione torna a infiammarsi il dibattito

 

Le torbiere del Sebino: non privo di ostacoli il percorso di tutela

 

Una cosa accomuna le associazioni ambientaliste e il presidente del consorzio di tutela della zona umida: la consapevolezza che bisogna lavorare sodo, cercando soluzioni strutturali in modo che si inverta la tendenza che ormai vede la riserva quasi priva di uccelli, con il canneto che sta invadendo le zone d’acqua, con una qualità ambientale che mostra segni di sofferenza. Sul cosa fare in concreto rimangono divergenza. L’assemblea svoltasi nei giorni scorsi a Iseo ha visto un franco confronto.

 

DA UNA PARTE gli ambientalisti sono preoccupati per la tenuta ambientale del zona alla luce anche della delibera della giunta regionale 9/985 del 2010 relativa alla proposta di modificazione dei confini della riserva naturale, della sua classificazione e della modifica dei divieti adeguandola alla nuova classificazione

 

Dall’altra parte c’è chi, come il presidente del Consorzio, sostiene che questa delibera cambia poco o nulla in termini di tutela.

 

Dicono gli ambientalisti: «Non è certo restringendo i confini della riserva naturale orientata, limitandoli a quelli della zona A, la più pregiata, e consentendo nuove edificazioni nella zona B e C, che si possono trovare soluzioni ambientali alle torbiere. Molto meglio – secondo gli ambientalisti – sarebbe tornare al piano di gestione precedente e non approvare quello nuovo».

 

Diverso il parere del presidente del Consorzio di tutela Gianni Lecchi. «La Regione ha in mano il nuovo piano di gestione da oltre un anno e mezzo, ci ha posto la questione di alcune modifiche sui confini e sulla classificazione. Questioni che dopo la consultazione col nostro comitato tecnico scientifico, abbiamo valutato accettabili, in quanto sostanzialmente non cambiano molto rispetto al passato. Il tutto è stato fatto per accelerare i tempi di approvazione del piano di gestione. Altre variazioni non ne faremo, ora attendiamo che il piano di gestione giunga in porto altrimenti è meglio che ce lo rimandino indietro». Infine, lo stesso presidente conclude con un appello in sè del tutto condivisibile: «Tutti assieme dobbiamo lavorare per trovare risorse per attuare interventi significativi per tutela questa zona umida altrimenti c’è il rischio che fra 20 anni ritorni la palude che era nell’antichità».

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