Siluro: un progetto specifico per contenere l’espansione anche in Riserva

Operazione siluro in Riserva, novembre 2012 (foto di A. Danesi)

pesca al siluro

Perché fa così paura il pesce siluro e cosa si sta facendo per limitarlo

Giovedì 10 dicembre 2015,

presso il Monastero di San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo,

a partire dalle 9.30, si svolgerà un convegno per fare il punto della situazione.

Le province di Bergamo e Brescia, insieme al Consorzio dell’Oglio e alla riserva naturale “Torbiere del Sebino”, hanno realizzato un progetto specifico, denominato ISEO 2014-2016, per contenere l’espansione del siluro e proteggere gli habitat naturali nel comprensorio del Sebino, lungo il fiume Oglio e nel Lago d’Iseo.

Saranno presenti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto: Massimo Buizza per il Consorzio dell’Oglio, Mariapia Viglione per la Provincia di Brescia, Alberto Testa per quella di Bergamo e Ivan Bonfanti per la riserva “Torbiere del Sebino”.

Leggi qui: http://www.bergamopost.it/che-succede/perche-fa-cosi-paura-il-pesce-siluro-e-cosa-si-sta-facendo-per-limitarlo/

P.S. AGGIORNAMENTO: 

Resoconto del convegno: http://www.comitatocentroadda.it/html-news-convegno_iseo_2015.html

Progetto: ISEO 2014 – 2016   http://www.hortus.it/consorzio_oglio/images/Progetto_ISEO_2014.pdf

Torbiere chiuse: giovedì 20 agosto una battuta palmo a palmo alla ricerca di tracce della pantera.

Giovedì 20 agosto 2015 è in programma una battuta di ricerca con 40 persone, che perlustreranno palmo a palmo i 360 ettari della Riserva delle Torbiere del Sebino. L’obiettivo è trovare tracce concrete della pantera. Nel frattempo porte chiuse e sospesa, ovviamente, l'attività del centro di accoglienza.

Leggi qui.

pantera

Torbiere, agli ex magazzini accumulo abusivo di amianto

iseo exmagazzini torba

Uno degli ex magazzini della torba

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come già vi avevamo riferito (v. qui), gli ex magazzini della torba, di proprietà privata e posti in riserva in territorio iseano, saranno abbattuti: l’area, bonificata e rinaturalizzata, sarà ceduta gratuitamente all’Amministrazione comunale . Così si è espresso il Consiglio comunale di Iseo di giovedì 19 febbraio 2015 (delibera e ACCORDO PROCEDIMENTALE). Pare che la volumetria sarà trasferita in zona viale Europa, per ora con l’attuale destinazione d’uso produttiva-artigianale.(Leggi qui)

Nel frattempo qualcuno ha usato gli edifici in degrado per depositare abusivamente una tonnellata di amianto, i cui pericoli sono noti a tutti! Tra l’altro, tempo addietro, in occasione di forte vento,  anche alcune delle lastre in eternit che ancora coprono uno dei capannoni sono volate  frantumandosi a terra proprio nei pressi del percorso visitatori.

amianto 7.3.2015

L’ingegner Edilberto Rinaldi è il nuovo presidente della Riserva delle Torbiere

L’ingegner Edilberto Rinaldi è il nuovo presidente della Riserva, eletto all’unanimità, su proposta del Sindaco di Provaglio d’Iseo, per la capacità tecnica, la sensibilità e la conoscenza del sito. Provagliese, ha già collaborato con l’Ente gestore come esperto ambientale e si propone di ispirarsi alla filosofia dell’uso saggio del territorio per la valorizzazione del bene naturalistico, ambientale e sociale. In particolare c’è l’urgenza di un approccio culturale più adeguato, poiché le pecurialità dell’area protetta risultano ancora sconosciute a molti, persino ai locali.

Durante la relazione del predecessore Giovanni Lecchi, sul lavoro svolto nel quinquennio, è emersa l’importanza di proseguire a investire sull’attività didattica rivolta alle scolaresche ed è stata riconosciuta la preziosa collaborazione della cooperativa Cauto, con la quale sono in programma progetti che coinvolgono le scuole medie superiori.

È stata assicurata una maggior trasparenza amministrativa, che passerà anche attraverso il sito web, per ora vestito a nuovo ma molto povero di contenuti.

Con grande soddisfazione delle associazioni ambientaliste presenti all’assemblea (La Schiribilla e Legambiente) si è appreso che viene messa una pietra tombale sull’annosa tormentata questione dell’area ex Zumbo: il magazzino costruito a fine 2012 rimarrà l’unico edificio, niente spazio quindi per l’invasivo centro polifunzionale con sede dell’Ente gestore e locali per attività didattiche e custode, previsti dallo strumento urbanistico di gestione.

Un’altra bella notizia fresca fresca riguarda il destino dei due ex magazzini della torba, in zona Iseo: niente recupero dei volumi per la collocazione di attività culturali, museali e didattiche, come prospettati dal Piano di gestione, ma trasferimento della cubatura al di fuori della Riserva attraverso il meccanismo della perequazione, con rinaturalizzazione delle aree, come auspicato dalle associazioni. L’argomento è all’ordine del giorno del consiglio comunale iseano di giovedì 19 febbraio.

Da parte del rappresentante delle associazioni, Angelo Danesi, sono state segnalate alcune persistenti criticità (bagnanti, pesca di frodo, capanni da caccia, espansione di specie vegetali e animali alloctone e diminuzione della biodiversità, difficoltà per la vigilanza nelle aree completamente recintate…), ma anche la necessità di salvaguardare le vasche di acqua bassa e limpida, alimentate da sorgente sub affiorante e raramente soggette a gelate, presenti nella zona est in territorio iseano, allo stato attuale però invase dal canneto e in avanzato stato di interramento. Da ricordare che proprio tale zona ospita l’unica popolazione stabile, nota a oggi per l’Italia, di libellula Leucorrhinia pectoralis, le cui esigenze ecologiche richiedono proprio il ripristino di specchi d’acqua di tal fatta, ambienti essenziali per la sopravvivenza della libellula e di molte altre specie. Per garantire quindi un habitat diverso nel cuore della Lama sarebbe importante riattivare la strada esistente che porta alle vasche e che potrebbe fungere anche da importante accesso ai mezzi antincendio.

Al nuovo Presidente l’augurio di un buon lavoro, per una gestione efficace, unitaria e con il sostegno concreto di tutti gli enti della Comunità. A questa nuova amministrazione è rinnovato l’invito a istituire quel tavolo permanente di confronto/collaborazione richiesto anni fa (e deliberato dall’allora CDA), ma rimasto purtroppo nel cassetto dell’Ente gestore.

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articolo uscito sul Giornale di Brescia:Rinaldi tiene le redini delle Torbiere

articolo uscito su Bresciaoggi:torbiereRinaldi presidente

P.S. Bresciaoggi: Rinaldi ascolta l´elenco dei nodi da sciogliere

Torbiere: pesca di frodo alla grande e con intimidazioni!

Pesca di frodo nelle Torbiere: scoperta mega rete illegale

Guardie ecologiche ipotizzano mercato nero con l’Est

di Milla Prandelli

Iseo (Brescia), 11 febbraio 2015 – Da mesi e forse da anni usano la Riserva delle Torbiere del Sebino come pescheria personale e ora che i loro traffici sono stati scoperti la scorsa settimana non hanno esitato a “impalare” un luccio e a dare fuoco ai canneti. Un’intimidazione bella e buona, questa, che ha tutto il tono di voler ordinare di stare a casa a coloro che stanno cercando di coglierli sul fatto. Succede nella zona umida tutelata dalla Convenzione di Ramsar compresa tra Iseo, Corte Franca e Provaglio d’Iseo. Ad opporsi ai bracconieri sono pochi ma intrepidi volontari. Si tratta delle Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia di Brescia, cui si affiancano i colleghi che fanno capo alla Comunità Montana del Sebino Bresciano… Continua a leggere

Qui alcune foto scattate dalle GEV dopo il sequestro del dicembre dello scorso anno

rete sequestrata in R.N. torbiere 002Carpe, carassi, siluri e reti abusive in R.N. 001

Carpe, carassi, siluri e reti abusive in R.N. 002

Riserva delle Torbiere del Sebino: nominato il neodirettore

Ivan Bonfanti

A sinistra il dott. Ivan Bonfanti (foto tratta dal sito Parco del Serio)

Nominato il nuovo direttore della Riserva delle Torbiere: si tratta del biologo Ivan Bonfanti, che, attualmente, risulta anche responsabile del Settore Ecologia e Ambiente  del Parco regionale del Serio.

Il presidente dell’Ente gestore, sentito il parere del Consiglio, ha deciso di conferire l’incarico al dott. Bonfanti,  scelto fra circa 7-8 candidati selezionati in base al curriculum e agli esiti del colloquio del 7 gennaio.

I compiti del direttore della riserva, previsti dall’art. 18 dello statuto dell’Ente:

a) dirige la riserva;

b) rilascia le autorizzazioni e i nulla osta di competenza dell’ente;

c) assiste ai lavori del consiglio di gestione e della comunità della riserva in qualità di segretario,

d) comunica alla Giunta regionale ogni variazione intervenuta nell’assetto degli organi di gestione della riserva e trasmette la documentazione relativa agli obblighi informativi per l’attività di monitoraggio, come definita dalla Giunta regionale;

e) esegue le deliberazioni del Consiglio di gestione e della Comunità della riserva

f) propone al Consiglio di gestione ed alla comunità della riserva i provvedimenti ed i progetti per migliorare l’efficienza e la funzionalità dell’ente;

g) propone lo schema del bilancio preventivo ed il conto consuntivo da sottoporre al Consiglio di gestione;

h) provvede agli acquisti in economia ed alle spese necessarie al normale ed ordinario funzionamento dell’ente

i) presiede alle aste, alle gara d’appalto ed alle commissioni di concorso;

j) firma i mandati e le reversali di incasso;

k) firma la corrispondenza e gli atti che non siano di competenza del Presidente;

l) adotta gli atti di assunzione e di gestione del personale;

m) è responsabile del servizio amministrativo e contabile;

Auguriamo al neo direttore un buon lavoro, certi che si tratti di un professionista all’altezza del compito che si accinge a espletare.

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Come già ventilato nei mesi scorsi, il Presidente Lecchi lascerà il proprio incarico in primavera, quando scadrà il mandato quinquennale. Ulteriori informazioni nell’articolo “Cambi al vertice per il Consorzio delle Torbiere“, pubblicato in data odierna sul Giornale di Brescia e reperito sul web.

 

Torbiere: capanni da caccia ancora nel mirino delle associazioni

morette

Morette in una bella foto di Giacomo Simonini

  • Dopo le contestazioni riguardo ai capanni in acqua di fronte alla Lamette, ritornano alla carica la LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia), sezione di Brescia, e il GIG (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus), che rendono evidenti l’illogicità e la contraddittorietà dell’Ente gestore della Riserva nell’avallare la valutazione d’incidenza anche per gli appostamenti da caccia in terraferma.

Da qui la decisione di inviare un’ulteriore segnalazione a varie autorità, compresa la Commissione Europea, che già ha avviato la procedura per accertare eventuali violazioni della normativa in materia di salvaguardia degli Habitat e dell’avifauna selvatica. Nel comunicato del GIG è rilevato anche il dubbio che non spetti al Presidente della Riserva esprimersi sulla valutazione d’incidenza ma al Responsabile della struttura tecnico-amministrativa del medesimo Ente.

Qui l’articolo uscito su Bresciaoggi: “Caccia, Torbiere assediate riparte la guerra ai capanni”

  • E ancora riguardo ai capanni da caccia agli acquatici è dei giorni scorsi  la segnalazione della LAC a Polizia provinciale, Corpo forestale dello Stato e Asl, per la violazione dell’ordinanza ministeriale (23 dicembre 2014) che vieta l’utilizzo di particolari richiami vivi, al fine di prevenire il diffondersi dell’influenza aviaria. Secondo la documentazione della LAC proprio attorno all’area protetta delle Torbiere c’era chi ignorava completamente gli ordini di Ministero e Regione: nelle gabbie agganciate all’appostamento, insieme ad alcune folaghe appaiono anatre vive di diverse specie.

L’articolo uscito su Bresciaoggi : Caccia e aviaria, la Lac chiede interventi. Vietato l’uso delle anatre come richiami venatori ma attorno alle Torbiere non sono state rimosse 

 

 

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“Azzurra pesca fuori casa in attesa di conoscere il futuro del suo laghetto”

Sulla  questione abbiamo già scritto più volte…Non è una questione di “braccio di ferro” e di “novità” introdotte dal recente Regolamento sulla pesca: da quando è stata istituita la Riserva (1984), vale su tutta l’area protetta il divieto di introdurre specie animali e vegetali non autoctone!

Fonte: Giornale di Brescia 18 ottobre 2014laghettofuori casa

Cazzago- Azzurra pesca fuori casa in attesa di conoscere il futuro del suo laghetto

CAZZAGO SAN MARTINO Una nuova gara «in trasferta» per l’Azzurra ’85. La società di pesca bornatese prosegue infatti la sua stagione fuori casa in attesa di una decisione definitiva riguardo il proprio laghetto.

L’annuale gara autunnale di pesca alla trota – che si svolgerà domenica prossima, 19 ottobre – si terrà nel laghetto di Adro; una scelta «forzata» che fa capire quanto sia lontana dalla risoluzione la vicenda relativa alla gestione del laghetto di Azzurra (specchio d’acqua che si trova a Corte Franca, nella zona 2 della Riserva delle Torbiere del Sebino, ma di proprietà del Comune di Cazzago e in concessione d’uso alla società di pesca con sede a Bornato).

Non si è ancora chiuso quindi l’iter che porterà ad una decisione riguardo l’utilizzo del laghetto, con la Provincia (in questo momento è in atto un’indagine ambientale conoscitiva) chiamata a fare da giudice nel «braccio di ferro» tra la società di pesca e il Consorzio delle Torbiere del Sebino.

Il caso «nacque» ad inizio primavera con il nuovo regolamento redatto dal Consorzio che, tra le altre cose, vietava l’introduzione di pesci non autoctoni nelle acque che sono sotto la sua tutela (il laghetto dell’Azzurra si trova nella zona 2 del parco, definita di scarso interesse naturalistico, ma pur sempre nel territorio della riserva); una norma che portò, di fatto, ad un blocco dell’attività di pesca della società bornatese.

La vicenda, com’era prevedibile, ha fatto e sta facendo discutere molto sia nel cazzaghese che nella zona del Sebino, tra chi è «pro Azzurra» e chi invece sostiene le ragioni del Consorzio.

Come rappresentativi della situazione possono essere citati almeno due «pareri»: quella del Comune di Cazzago, che ha voluto ribadire il proprio sostegno alla società con la concessione delle gestione del laghetto per altri 5 anni («per il grande impegno, tra le altre cose, nel permettere anche a ciechi e disabili di far attività di pesca in tutta sicurezza» come ha sottolineato l’assessore allo Sport Giovanni Battista Troli), e quella dell’associazione ambientalista La Schiribilla, che ha voluto sottolineare sul suo sito «appoggio totale al Consorzio nelle sue attività atte a tutelare la Riserva naturale e a far rispettare le regole». Gabriele Minelli

Altra criticità in arrivo per le Lamette? Si riapre il caso ex Supersolaio

GDB exsupersolaioGiornale di Brescia 16/10/2014

Dopo anni torna alla ribalta una delle aree private strategiche sul territorio del Comune di Iseo, la cosiddetta «ex Supersolaio» sede di un’omonima fabbrica di laterizi, dismessa da tempo, con un’estensione di 24mila metri quadrati, compresi tra le Torbiere del Sebino, le Lamette e il lago d’Iseo. La proprietà, Ninfea srl, aveva proposto, nel 2005, di edificare in quel luogo un villaggio turistico, tra il campeggio di Sassabanek e la Riserva Naturale Torbiere, richiesta prima concessa, con un raddoppio dell’area, poi negata dal Consiglio comunale dell’epoca.

Ninfea aveva quindi fatto ricorso al Tar che quest’anno si è espresso in favore della proprietà poiché l’iter procedurale, una volta iniziato, non era stato completato nei quattro anni indicati, non per motivi da addurre alla proprietà. Intanto, succedutesi due tornate elettorali, l’Amministrazione ha approvato nel 2012 il Piano di governo del territorio, nel quale a Ninfea srl viene concessa una possibilità edificatoria di 4.500 metri cubi, con una destinazione non alberghiera bensì residenziale, ma in un altro ambito: l’area dell’ex Supersolaio è indicata dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Brescia come inedificabile. «Colpa» della sensibilità ambientale a cui è soggetta e delle «bonifiche» per le scorie e i materiali presenti in loco.

Ne parlano l’assessore ai Lavori pubblici, Lino Archetti, con il funzionario Pietro Vavassori in seguito alla ricezione del Comune di Iseo di un «atto stragiudiziale» da parte della proprietà che chiede, oltre al diritto rivendicato e supportato dalla sentenza del Tar anche una sorta di «risarcimento danni». «Il Comune si trova in una situazione quasi "kafkiana" – afferma l’assessore Archetti – bloccato dalle posizioni opposte di due enti come il Tar da una parte, la Regione Lombardia dall’altra e la proprietà che ha tutte le sue ragioni, e ora vengono rivendicate. Siamo ricorsi al parere dei nostri legali per sapere come procedere».

Secondo il responsabile d’area Pietro Vavassori si dovranno considerare o un riesame del Pgt o una possibile variante: «La proprietà in sede di osservazioni al Pgt aveva presentato una proposta condivisibile che era stata accettata dalla Giunta: veniva più che dimezzata la volumetria, non più 11mila metri cubi bensì circa 4.400, l’area veniva bonificata e veniva abbattuto quell’immobile che non permette il cono visivo lago-Lamette-Torbiere. La Regione Lombardia però aveva rigettato la proposta facendo scaturire un altro ricorso al Tar da parte di Ninfea srl, che ora si trova a far valere le proprie ragioni». Il Comune ora è in attesa del responso legale, mentre continua a ribadire la propria posizione: «A noi premono da un lato la bonifica del territorio, dall’altro la sistemazione dell’area che acquisterebbe un valore altissimo se riqualificata».
Veronica Massussi

Qui la sentenza del Tar, depositata l’11/02/2014https://www.giustizia-amministrativa.it/portale/pages/istituzionale/visualizza/?nodeRef=&schema=tar_bs&nrg=200501253&nomeFile=201400153_01.html&subDir=Provvedimentiex Supersolaio

TORBIERE, CAPANNI DA CACCIA: FANTOMATICI DIRITTI ACQUISITI HANNO (PER ORA) LA MEGLIO SULLA TUTELA DELLA RISERVA

I capanni acquatici in rimessaggio nella foppa di Clusane

Fantomatici diritti acquisiti hanno (per ora) la meglio sulla tutela della riserva…Già, è proprio così: studi, integrazioni di documenti, raccolta dati, riunioni del comitato tecnico-scientifico ecc… in teoria per valutare se gli appostamenti di fronte alla Lamette abbiano incidenza o no sull’area protetta, in pratica non si entra nel merito della questione.

A che pro, dunque, tutto questo gran traffico di incartamenti, visto che proprio l’Ente gestore della riserva, nel riconfermare il proprio parere positivo, si dichiara al contempo totalmente impotente? Il problema sono sempre i “diritti ” dei capannisti a rimanere lì, dove sono, fino alla fine dei tempi, mentre la riserva fa la parte della Cenerentola.

Eppure l’impatto c’è, visto che lo stesso Ente vorrebbe spostare le strutture da caccia a una maggiore distanza! Niente da fare, nemmeno di queste incidenze negative si parla, ma ci si limita a dichiarare: “gli appostamenti esistenti sono stati impiantati  in data precedente rispetto all’entrata in vigore della legge regionale 26/93, dato di fatto che blocca la nostra richiesta di posizionamento dei capanni a distanza maggiori rispetto a quelle segnalate.”

Ma come può essere poi che si ignori addirittura l’esistenza di una specifica norma di salvaguardia che vieta l’utilizzo di munizionamento a pallini di piombo nel raggio di 150 m dalle rive più esterne delle zone umide ?  Uno dei capanni (n.13) è a 120 metri dalla riva del sito!!! Anche in questo caso c’è qualche “diritto acquisito” intoccabile che consente di far ricadere piombo in acque tutelate per legge, con impatto sull’ittiofauna e sugli uccelli che si nutrono di pesci?

Perché quest’appostamento è così vicino all’area protetta? L’allucinante risposta è nello studio di incidenza:  per non intralciare la navigazione sul lago!

E che dire del fatto che neppure è menzionato il possibile impatto sull’avifauna rilevato nello stesso Piano di gestione dove s’indirizza a sospendere l’attività venatoria nel tratto prospiciente la lametta in occasione delle gelate invernali?

Su tutto questo e molto altro nessuna osservazione dell’Ente gestore! E fra poco sarà la volta di conoscere i risultati della valutazione per i capanni in terraferma e temiamo analoghi esiti!

Speriamo in qualche Autorità illuminata che consideri che da una parte c’è un bene comune, una riserva istituita proprio al fine di proteggere l’avifauna selvatica e migratoria,  dall’altra fantomatici diritti acquisiti di pochi privilegiati.

 

Qui la nota inviata in Regione dalla nostra associazione, prima di conoscere al completo i documenti della valutazione d’incidenza: nota Shiribilla

Qui il verbale del comitato tecnico scientifico della Riserva: doc20140903124045

Qui la lettera a firma Michele Sorrenti-Ufficio avifauna migratoria Federazione Italiana della Caccia (Bresciaoggi 2.9.2014): http://www.bresciaoggi.it/stories/lettere/851277_i_capanni_alle_torbiere/

Qui il comunicato stampa della LAC che replica all’articolo apparso sabato 6 settembre 2014 sul Giornale di Brescia e alla lettera al direttore del 2 settembre 2014 su Bresciaoggi:replica LAC