La sede del Consorzio della Riserva nel Monastero?

Sarebbe bello!

Come noto, è terminata di recente, presso il Monastero di S.Pietro in Lamosa in Provaglio d'Iseo, la presentazione del "Piano strategico per la Franciacorta", che mira alla  valorizzazione dell'identità territoriale, accendendo di funzioni e servizi il patrimonio dei beni culturali e ambientali già presenti, oltre a riqualificare beni e aree dismesse.

Tra i pannelli esposti nella mostra ci ha colpito particolarmente quello che illustra come si possa valorizzare un bene già presente, cioè proprio la struttura monastica che ha ospitato l'evento: in essa, al piano terra, è individuato lo spazio anche per la sede amministrativa del Consorzio di gestione della Riserva!                                                                                     (http://www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/sedeconsorziotorbiere.JPG).

È la soluzione che, come associazione, abbiamo da tempo auspicato:
quindi
accendiamo di funzioni e servizi il monastero
e che l'anno nuovo porti la buona novella!
BUONE FESTE A TUTTI

Articolo.«Costa verde», iter congelato

Fonte: Bresciaoggi, giovedì 15 dicembre 2011

IL CASO. Aggiornata a febbraio la conferenza dei servizi sul villaggio tra Clusane e Paratico

«Costa verde», iter congelato

Le istituzioni prendono tempo Comune di Iseo e Provincia sembrerebbero essere favorevoli al progetto Rinviati alla prossima seduta i possibili rilievi fatti dalla Soprintendenza Ieri la conferenza dei servizi «decisoria», così chiamata nella lettera che l´aveva convocata nella sede della Comunità Montana del Sebino bresciano, a Sale Marasino, non ha deciso nulla in merito al villaggio turistico che la Costa verde srl intende realizzare al confine tra Clusane e Paratico. HA DELIBERATO invece di aggiornare la seduta a febbraio, senza però fissare alcuna data. All´incontro hanno partecipato Gloria Rolfi, direttrice della Comunità Montana, ente forestale delegato, Renato Gentile, in rappresentanza della Soprintendenza ai Beni architettonici e ambientali, Pietro Vavassori, il responsabile dell´Area tecnica del Comune di Iseo, un funzionario dell´assessorato all´Agricoltura della Provincia e i professionisti incaricati dalla Costa verde srl di progettare la nuova struttura ricettiva. Indiscrezioni vogliono che il delegato della Provincia sia arrivato all´appuntamento con l´assenso dell´assessorato in tasca. Analogo il mandato affidato da palazzo Vantini a Vavassori, sia pure con la precisazione che il «sì» sarà condizionato al rispetto di determinate prescrizioni. Rilievi sarebbero invece stati sollevati dal rappresentante della Soprintendenza a proposito del fatto che il costruendo villaggio, saldando i due capi dell´edificato esistente, chiuderebbe l´ultimo corridorio rimasto tra collina e lago sulla riviera bresciana. CIASCUN membro della conferenza, s´è concordato alla fine, metterà nero su bianco le proprie notazioni e le invierà alla Comunità Montana affinché le metta a verbale in vista del summit di febbraio. In quel mese sul tavolo della conferenza ci sarà un elemento nuovo, ineludibile: l´adozione del Pgt, in calendario giovedì 29 dicembre. Sul rinvio di ieri, comunque, devono aver pesato le osservazioni spedite in varie direzioni – e financo alla Commisione europea, a Bruxelles – da Legambiente Basso Sebino e dalle associazioni Montealto e La schiribilla. Oltre a evidenziare le difformità che il progetto in questione presenterebbe rispetto alle norme vigenti, gli ambientalisti hanno posto l´accento sulla circostanza che il villaggio Costa verde sbarrerebbe l´ultimo varco d´accesso al lago di cui dispongono i rospi bufo bufo. Inoltre, a loro parere, sarebbe da valutare l´impatto che la prevista costruzione di 48 alloggi e, a monte della strada, di una rotatoria e di 147 stalli pubblici, potrebbe avere sulle vicine Torbiere sebine. Giuseppe Zani

Articolo. No al villaggio «ingoia rospi» Gli ambientalisti alzano il tiro

Fonte:Bresciaoggi, mercoledì 14 dicembre

ISEO. Monta la protesta contro il progetto Costa Verde: a rischio le colonie di anfibi della zona

No al villaggio «ingoia rospi»
Gli ambientalisti alzano il tiro

Giuseppe Zani
Oggi la questione arriverà sul tavolo della Comunità montana del Sebino Gli ecologisti: «Sarebbe un disastro: non escludiamo di adire le vie legali»

L´area di Clusane dove dovrebbe sorgere il nuovo villaggio turistico

Le ragioni dei rospi e della natura e le ragioni di chi vuol investire nel turismo si confronteranno stamani, alle 10, nella sede della Comunità Montana del Sebino Bresciano, a Sale Marasino.
I MEMBRI della conferenza dei servizi decisoria, così chiamata nella lettera di convocazione, si troveranno infatti sul tavolo, accanto al progetto del villaggio turistico che intende realizzare a Clusane la Costa Verde srl, due combattive lettere: la prima firmata da Alessandro Gatti e Angelo Danesi, presidenti delle associazioni «Montealto» e «La schiribilla»; la seconda da Dario Balotta, presidente di Legambiente Basso Sebino.
Gatti e Danesi, per la verità, la loro mail l´hanno spedita anche al ministero dell´Ambiente a Roma e alla Commissione europea a Bruxelles. Vi si scrive che l´area destinata alla nuova struttura ricettiva, 35.850 metri quadri situati tra la strada Iseo-Paratico e il lago, è non solo l´ultimo lembo di natura che attualmente spezza il «continuum edificato» lungo la sponda bresciana, ma anche l´ultimo punto d´accesso a lago di cui dispongono i rospi bufo bufo che in primavera, per andare ad accoppiarsi in acqua, scendono in massa dal monte Alto.
TALI ANFIBI, precisano Gatti e Danesi, sono protetti insieme ai loro habitat dalla Convenzione di Berna, recepita con legge della Regione Lombardia n.10/2008. Per entrambi i presidenti, inoltre, la prevista costruzione di 48 alloggi e, a monte della strada, di una rotatoria e di 147 stalli pubblici, potrebbe avere un impatto negativo pure sulle vicine torbiere sebine, «uno dei nodi della Rete europea Natura 2000».
Da lì la richiesta di bocciare il progetto in questione, preservando l´unico corridoio ecologico ancora esistente nel tessuto urbano tra il monte e la riva bresciana del Sebino, oppure, in subordine, di sottoporre il costruendo villaggio «alla procedura di Valutazione d´Incidenza Comunitaria, prescritta dalla normativa vigente anche per interventi che, pur sviluppandosi all´esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione di un sito Natura 2000».
BALOTTA, dal canto suo, nel segnalare che l´area di proprietà della Costa verde è sottoposta a vincoli ambientali e forestali, ed è inquadrata come «varco insediativo a rischio» dal Ptcp della Provincia, sostiene che «non sono state sufficientemente chiarite le finalità dell´opera, in particolare dei lotti pubbici, e che non vi è stata adeguata valutazione dell´impatto che si produrrà sull´ambiente». Per giunta, la rotatoria e il parcheggio pubblico, secondo Balotta, non possono essere realizzati in quanto insisterebbero su un terreno ad uso agricolo. Nel caso le amministrazioni in indirizzo non respingessero il progetto della «Costa verde», ammonisce Balotta, «Legambiente si riserva di adire le vie legali».
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Qui le osservazioni del Circolo Legambiente Basso Sebino:www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/Osservazioni_Clusane.pdf

 

COMUNICATO

PROGETTO/INTERVENTO IN CLUSANE DI ISEO (BS), CON DISTRUZIONE CORRIDOIO ECOLOGICO E POSSIBILE INCIDENZA SUL SITO NATURA 2000 TORBIERE DEL SEBINO

 

Esprimiamo viva opposizione alla previsione di costruire un villaggio turistico a Clusane, proprio dove è rimasto l’unico lembo naturale che spezza un continuo edificato sulla sponda del lago, al confine con Paratico.
Il luogo, inserito nel PGT di Iseo come zona di sensibilità paesistica molto elevata, caratterizzato da zona boscata e canneto,  è anche lo sbocco naturale dell’unico corridoio ecologico tra il Sebino e la collina, in particolare è meta di riproduzione del rospo comune, anfibio autoctono, tutelato dalla Regione lombarda.
Oltre che a compromettere il deflusso naturale delle acque piovane, l’insediamento turistico previsto andrà a occludere del tutto il corridoio.
Queste criticità sono per lo più già note, ma abbiamo voluto guardare ancora oltre: le Torbiere sono, infatti, uno dei nodi della Rete europea Natura 2000. Nodo e rete, un’immagine molto efficace che fa capire come per garantire la sopravvivenza della biodiversità debba essere assicurata la connessione reciproca dei vari ambienti protetti.
I corridoi hanno proprio la funzione di permettere il collegamento fra i vari siti, proprio come la rete viaria che collega città e paesi di una data regione.
Un aspetto chiave nella conservazione dei siti, previsto dalla Direttiva Habitat (Art. 6 Direttiva 92/42/CEE e art. 5 DPR 357/97), è la procedura di valutazione d’incidenza avente il compito di tutelare la Rete Natura 2000 anche da perturbazioni esterne che potrebbero avere ripercussioni negative sui siti che la costituiscono.
Per tutti questi motivi, le associazioni chiedono che sia ritirata la previsione della nuova struttura turistica e che, ad ogni modo, il progetto sia sottoposto alla valutazione d’incidenza, prevista dalla normativa vigente.
Qui la lettera inviata a vari Enti/Autorità dalle Ass. La Schiribilla e Monte Alto, successivamente condivisa anche dal Circolo Legambiente Bassosebino:www.laschiribilla.it/DOCS/doc.2011/lettera%20ass.12.12.011.pdf

Artico. «Quel villaggio turistico ingoierà i rospi»

Fonte: Bresciaoggi, sabato 3 dicembre 2011

ISEO. La testimonianza di Alberto Gatti dell´associazione Monte Alto: «Le colonie di bufo bufo della zona rischiano una rapida e inesorabile estinzione»

«Quel villaggio turistico ingoierà i rospi»

Giuseppe Zani
I volontari lanciano l´allarme: «Il nuovo complesso residenziale di Clusane sbarrerà l´unico punto di accesso al lago degli degli anfibi»
L´ennesima colata di cemento sulle sponde del lago d´Iseo rischia di spingere sul baratro dell´estinzione le colonie di anfibi che popolano le aree verdi del Sebino con effetti imprevedibili sull´ecosistema.
L´allarme dapprima solo ventilato dagli esperti ha trovato sponda e certezze fra i volontari e le associazioni che ogni anno cercano di rendere meno traumatica la migrazione di rospi comuni (animali strategici nell´equilibrio dell´ecosistema) verso i luoghi dell´accoppiamento, un esodo che in mancanza di passaggi protetti decima ad ogni stagione la popolazionedi anfibi investita sulle strade dalle auto in transito. Ebbene, il vasto terreno su cui la «Costa verde» si appresta a costruire un villaggio turistico, quasi sul confine tra Clusane e Paratico, è l´approdo sulla riva bresciana del Sebino di una rotta migratoria di rospi.
Vero è che il corridoio ecologico che consente la migrazione- l´ultimo corridoio esistente- è tagliato in due dalla strada provinciale Sarnico-Iseo, una striscia d´asfalto che falcidia gli anfibi quando abbandonano in massa i loro rifugi sul monte Alto e, aggirando muretti e persino i cordoli della pista ciclabile, tentano di raggiungere il lago per l´accoppiamento.
Ma la nuova struttura ricettiva- 48 alloggi, 2 piscine, giochi e attrezzature sportive su un´area di 35.850 metri quadri- costituirà per i bufo bufo una barriera insormontabile. Che sia proprio lì il loro punto d´arrivo, e poi di risalita verso i boschi, lo testimonia Alberto Gatti, 45 anni, residente a Nigoline di Corte Franca, aderente all´«Associazione monte Alto», escursionista con la passione per gli animali.
È CAPITATO ANCHE ad altri, del resto, di notare durante le serate piovose d´inizio primavera che il tratto di asfalto fiancheggiante il terreno di proprietà della «Costa verde» era reso viscido da una strage di rospi.
«Sono goffi, lenti, quando sono abbagliati dai fari si rannicchiano perchè pensano di mimetizzarsi- racconta Gatti-. Purtroppo, quella strada è trafficatissima. Le chances per loro di farcela sono già assai scarse». Il passaggio dei bufo bufo sulla Sarnico-Iseo Alberto Gatti l´ha scoperto nel 2009 mentre si stava recando a Pontirone, sulla sponda bergamasca del Sebino, ad aiutare i volontari locali che raccolgono con secchi i rospi bloccati contro i muri di contenimento della litoranea e poi li trasportano in acqua.
Stessa operazione che il 45enne ha ripetuto nel 2010 e nel 2011, da solo, di notte, rischiando la pelle, a Clusane. «Ho potuto così censire il fenomeno- continua Gatti-. Lo scorso anno, in poche sere, ho individuato 185 anfibi, quest´anno 180: la metà dei quali spiaccicati sull´asfalto. Stavolta poi la migrazione è stata anomala perchè la temperatura dalla metà di marzo è bruscamente salita. Certo, fossimo stati una bella squadra, ne avremmo salvati di più, di rospi».
Negli anni ´90, ricorda Alberto, dal monte Alto muoveva una folta colonia di bufo bufo che scendeva lungo i valloni di Zuccone per raggiungere i laghetti delle Polle, fra Clusane e Colombaro.
«Poi a Zuccone hanno realizzato la zona industriale: cemento e asfalto che han fatto sparire quella colonia- ricorda lui-. Stessa cosa sta avvenendo lentamente sul confine tra Clusane e Paratico, dove peraltro non ci sono tombotti sottostradali per il transito degli animali».
IN QUEL TRATTO, come detto, è in programma la costruzione di un villaggio turistico e, a monte della provinciale, di un parcheggio pubblico di 147 stalli. Una condanna a morte, per i rospi. Un forte legame li unisce infatti al sito di riproduzione, al quale essi restano tenacemente fedeli anche se divenuto inospitale. Ancora sperimentali, e parecchio dispendiosi, i tentativi di trasferimento dei rospi: è necessario rinchiudere le coppie nei nuovi siti che, a quanto sembra, saranno accettati solo dalla prole che vi vedrà la luce.

Due articoli sul convegno tenutosi sabato scorso al Centro visitatori di Iseo.

Fonte: Bresciaoggi, domenica 04 dicembre 2011 PROVINCIA, pagina 25

 

PROVAGLIO D´ISEO. Ieri il convegno, con la presenza di ittiologi, al Centro visitatori del Parco delle «lame»
Un progetto di autotutela
per la pesca nelle torbiere

Fausto Scolari
Si va verso una massiccia azione di salvaguardia di persico reale, luccio, anguilla ed arborella Una mano anche dai pescatori

 

Nelle torbiere si va verso una massiccia azione di tutela e valorizzazione del persico reale, del luccio, dell´anguilla e dell´ alborella, una volta esemplari di pesci massicciamente presenti nelle nostre «lame», ma ormai ridotti a pochi esemplari. Il Consorzio di tutela di questo lembo prezioso di terra lombarda non ha dubbi e, forte di un contributo regionale di 122 mila euro, marcia diritto verso un massiccio intervento, volto a favorire una naturale ripresa delle specie autoctone (dal greco autòs, che vuol dire se stesso, e chthòn suolo/terra, che indica l´appartenenza di qualcosa ad un luogo) al momento quasi soppiantate da quelle alloctone (dal greco «allos», che vuol dire altro, e «chthòn», per indicare la non appartenenza a quel luogo). E lo fa supportato, e questa è la notizia più eclatante, dall´ appoggio dei pescatori, pronti a dare una mano ed a fungere come «sentinella ambientale».
Del resto gli obiettivi sono comuni: il Consorzio deve far fronte ad una vera e propria invasione del pesce siluro, originario dell´Europa orientale, ormai presente in torbiera con una percentuale incredibilmente alta che raggiunge il 34%, quando la norma sarebbe del 3%; un predatore che divora di tutto e che lascia ai pescatori ben poche prede. Ed allora «unire le forze» sembra una necessità ma anche una scelta convinta.
IL CONVEGNO nel Centro visitatori ha fatto così il punto sulle specie ittiche delle torbiere, del popolamento e dei mutamenti nell´ultimo decennio. I numerosi i relatori: dal presidente del Consorzio Gianni Lecchi, a Cristian Salogni, dell´Istituto zooprofilattico di Brescia, dall´ittiologo Marco Mancini, curatore del progetto, all´ittiologo Stefano Marconi, fino a giungere a Marco Narducci, presidente dello Spinning club Italia, hanno concordato sulla necessità di far presto e di muoversi per avviare il progetto di tutela e valorizzazione della fauna ittica autoctona.
Il piano d´opera, finanziato con fondi europei dalla regione Lombardia, prevede numerosi interventi.
In primis bisogna dar corso (e questo si farà da gennaio 2012) a «letti di frega» artificiali, per favorire la riproduzione, sfruttando nel contempo le condizioni riparate come «nursery» per l´accrescimento e la successiva diffusione del novellame autoctono.
Inoltre saranno realizzate tre campagne d´ intervento, della durata di cinque giorni ciascuna, che andranno a prelevare le specie alloctone. Seguirà anche uno studio agronomico per dar corso ad un´analisi e censimento delle attività agricolo-zootecniche inserite nel bacino colante delle torbiere.

 

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Fonte: Giornale di Brescia 4 dic. 2011
Torbiere, una «nursery»
per salvare i pesci autoctoni

 

ISEO Alborelle, lucci, persici reali ed anguille: sono queste le specie autoctone pregiate presenti, prima degli anni ’90, in modo equilibrato nelle acque delle Torbiere del Sebino ma oggi, pressoché scomparse.
I predatori introdotti, dapprima il pesce gatto poi il carassio ed il siluro, hanno infatti reso «sterili» questi ambienti colonizzando in maniera assai imponente l’ecosistema.
Dal prossimo mese di gennaio, grazie al progetto proposto dal Consorzio di Gestione della Riserva e finanziato dal Fondo europeo per la pesca per 122mila euro, partiranno le attività individuate per la «Tutela e valorizzazione delle popolazioni di persico reale, luccio, anguilla ed alborella».
L’elevata qualità ambientale delle Lame e delle Lamette nella Riserva Naturale delle Torbiere permetteranno infatti di utilizzare questi luoghi come «Nursery» per i pesci, in vista del ripopolamento sia delle vasche delle Torbiere sia, di riflesso, dello stesso bacino lacustre.
Durante il convegno organizzato ieri dal Consorzio al centro di accoglienza visitatori gli ittiologi estensori del progetto hanno confermato come l’apertura dei canali delle Lamette, realizzati nel corso di questi ultimi anni, abbiano già portato risultati positivi per il ripopolamento dei pesci.
Marco Mancini ha infatti spiegato che le Lamette sono nicchie ambientali idonee per la riproduzione e fungono da incubatoio: «L’implementazione delle aree elettive per la tutela e la salvaguardia del novellame (pesce piccolo appena nato) tramite rifugi artificiali, così come il riequilibrio degli assetti ittici sono tra le attività principali del progetto che andremo ad effettuare, a cui farà seguito anche un’analisi e uno studio delle condizioni agricole e zootecniche presenti a latere delle Torbiere, dalle quali non si può prescindere».
In buona sostanza, a partire dal prossimo anno, insieme allo studio e al monitoraggio delle specie ittiche, sia nelle Lame sia nelle Lamette verranno posizionate 16 strutture a cupola fatte di ramaglie più o meno grosse e 65 fascine intrecciate per permettere soprattutto alla specie del persico reale di trovare un luogo idoneo al rifugio e alla deposizione delle uova.
Per favorire invece l’incubazione delle uova delle alborelle, specie la cui presenza è risultata talmente sottodimensionata che la pesca è stata chiusa per i prossimi tre anni, saranno messe in acqua cassette di ghiaia adeguate a questa finalità. Cinque saranno le aree di posa nella Lametta, due dedicate solo alle alborelle, due siti invece nelle Lame che, essendo a «circuito chiuso», presentano un differente ambiente acquatico.
I censimenti ittici si alterneranno alle tre campagne di contenimento delle specie alloctone (siluro in primis) in previsione, consistenti in cinque giornate ciascuna.
«Gli effetti attesi – ha continuato Mancini – sono l’identificazione dell’effetto nursery artificiale delle Lamette, il riequilibrio della fauna ittica in quest’ambiente e la realizzazione di nuove prassi di gestione per limitare l’impatto antropico». Ma per realizzare al meglio il progetto, è stato rimarcato, è necessaria la collaborazione di tutte le associazioni interessate.
«Rimane comunque estremamente difficile – ha sottolineato l’ittiopatologo Cristian Salogni – prevedere come sarà l’evoluzione delle specie ittiche nuove: queste, una volta ambientatesi, si adattano ed è quasi impossibile sradicare».
Veronica Massussi

appuntamento

Fonte: Bresciaoggi 30/11/2011
Pesce, risorsa da valorizzare per le Torbiere

Convegno dal titolo «Tutela e valorizzazione delle popolazioni di persico reale, luccio, anguilla ed alborella» sabato 3 dicembre nel Centro visitatori delle Torbiere a Iseo. Appuntamento a partire dalle 9,30. Numerosi i relatori che vanno dal presidente del Consorzio di gestione Gianni Lecchi che introdurrà i lavori, a Cristian Salogni dell´Istituto zooprofilattico di Brescia che svolgerà una relazione su «Panoramica del popolamento ittico e della sua evoluzione nell´ultimo decennio»; seguiranno gli interventi di Marco Mancin, Stefano Marconi, Marco Narducci. La manifestazione si concluderà con una tavola rotonda moderata da Cristian Salogni. F.SCO.