TORBIERE: APPROVATO IL PIANO PLURIENNALE DI CONTENIMENTO DEL CINGHIALE 2022 – 2027

Sulla base delle relazioni degli esperti del Comitato Tecnico Scientifico Paolo Trotti, ornitologo, e di  Glauco Patera, botanico, che rilevano come la presenza del cinghiale in Riserva sia un importante fattore di minaccia per le specie che nidificano a terra o nel canneto, con danni ai prati da sfalcio (Habitat 6510), il Consiglio di Gestione con  delibera_n._38_del_2022_ ha approvato il PPCC cioè il Progetto pluriennale di controllo del Cinghiale (Sus Scrofa) 2022 – 2027 redatto dal Dott. Ing. Diego Galli, integrato con i pareri della Provincia e dell’ISPRA.

Il piano è stato escluso dalla valutazione di incidenza ambientale in quanto risulta direttamente connesso alla gestione del sito ai fini della conservazione della natura.

Riportiamo di seguito alcune immagini e passi tratti dal Progetto di durata quinquennale:

 MONITORAGGI La presenza della specie nella Riserva delle Torbiere viene monitorata attraverso segni di presenza (tracce e danni) e fototrappole. Vengono, inoltre, raccolte le segnalazioni pervenute da parte dei frequentatori e delle aziende agricole della zona.

Da quanto registrato sia in termini di danni che di segnalazioni, si può ipotizzare la presenza di circa una trentina di capi che gravitano in alcune aree della Riserva. Per evitare che i capi si diffondano anche in altre zone si prevede il prelievo di tutti i cinghiali ipotizzati presenti, pari a 30 all’anno. Qualora, nel corso della realizzazione del piano, si ravvisasse la necessità di aumentare il piano, sarà fatta comunicazione agli enti competenti (Regione Lombardia, Ispra). 

L'OBIETTIVO del piano è quello di disciplinare la gestione del cinghiale, secondo le disposizioni nazionali e regionali in materia, tramite l’attività di controllo, per arrivare a contenere le popolazioni presenti nell’area interessata dal PPCC  entro valori socialmente, ecologicamente ed economicamente tollerabili, per una maggiore salvaguardia delle colture agricole e della biodiversità, nonché per l'incolumità delle persone e la sicurezza dei trasporti; per la redazione dell’accordo attuativo del contenimento 

MODALITÀ DI INTERVENTO Il controllo sarà attuato attraverso l’abbattimento in forma individuale alla cerca e/o all’aspetto, utilizzando arma ad anima rigata con munizionamento atossico e l’utilizzo di visori notturni. Nelle aree limitrofe alla Riserva è stato verificato che tale modalità è quella maggiormente redditizia in termine di bilancio costi benefici perché con l’impiego limitato di personale e strumenti, se attuato nei momenti della giornata giusti e nelle zone di passaggio e maggior presenza, consente di avere la massima resa. 

Inoltre, il disturbo per le altre specie presenti è limitato perché trattasi di interventi puntuali e con una sola arma da fuoco.
Il posizionamento di gabbie trappola non si ritiene applicabile in quanto eccessivamente impattante sia dal punto di vista ambientale che visivo. Inoltre, la gabbia deve essere costantemente controllata, con personale o attraverso fototrappola e, una volta catturato l’animale, è necessario intervenire tempestivamente per l’abbattimento. Queste operazioni sono praticamente impossibili da realizzare, sia utilizzando il personale della Riserva che la Polizia provinciale. Inoltre, la presenza di gabbie risulta impattante dal punto di vista ambientale e visivo. Altri metodi, come la sterilizzazione (sia tramite ma
ngime che tramite iniezione con sparo), oppure con catture tramite feromoni, non sono ritenute idonee da Ispra per arginare la crescita delle popolazioni di cinghiale e, in ogni caso, in un sito naturale protetto come la Riserva Naturale, la presenza del cinghiale è assolutamente da escludere e, pertanto, la specie va eliminata non catturata o sterilizzata. Tali metodologie non sono contemplate nemmeno nel piano di controllo Regionale per il territorio bresciano. 

SOGGETTI AUTORIZZATI Gli interventi saranno effettuati ai sensi della legge 157/1992, dai soggetti da essa previsti, in particolare Ufficiali e agenti appartenenti al Corpo di polizia provinciale a seguito di apposito accordo tra Ente gestore e Polizia provinciale.Potrà essere valutato l’utilizzo di operatori appositamente formati e autorizzati dall’Ente gestore della Riserva, qualora se ne ravvisasse la necessità, sempre comunque coordinati dalla Polizia Provinciale. 

 

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