Comunicato. Torbiere, avifauna tra due fuochi…

Con l’apertura della stagione della caccia si rinnova puntualmente una situazione molto critica per l’avifauna della Riserva naturale: da una parte i capanni, ancorati nel lago, nella zona al confine settentrionale, dall’altra, nella fascia a sud, tra Provaglio e Corte Franca, gli appostamenti in terra ferma…

Due fronti minacciosi per un’area che dovrebbe essere “protetta”, ma ad ora non sono ancora stati adottati opportuni provvedimenti per la tutela del sito. Come ormai noto, la normativa prescrive una fascia di rispetto di 400 m. dal confine delle riserve, ma la quasi totalità degli appostamenti è all’interno di questa zona.

Posizionamento capanni stagione venatoria 2013/2014 (il n. 15 è stato eliminato)

 Per il posizionamento dei  capanni schierati di fronte alle Lamette, quest’anno, prima di dare l’assenso, l’Autorità di Bacino Lacuale dei Laghi d’Iseo, Endine e Moro ha tenuto in giugno una conferenza dei servizi, nella quale è stata negata l’autorizzazione a uno degli appostamenti per l’eccessiva vicinanza all’area protetta (il n. 15-v.foto), ma, peggiorando la situazione, le concessioni sono state rinnovate con validità di ben sei anni per tutti gli altri!

Lamette 1983: i capanni erano al limite esterno del canneto, a volte raggiungibili a piedi a seconda del livello del lago

La questione che si ripresenta è che si vantano i diritti acquisiti (eterni?) dei capannisti prima dell’istituzione della riserva nel 1983:  le loro postazioni preesistenti a tale data, erano al limite del canneto, dentro il confine di quella che sarebbe divenuta poi un’area protetta.

A seguito del riconoscimento della riserva naturale viene introdotto il divieto di caccia: gli appostamenti vengono dismessi e poi collocati fuori dal perimetro, ma non posizionati a 400 m. dal confine della stessa, in violazione della allora vigente legge regionale sulla caccia, quella del 1978. 

Perché già allora tale norma non è stata rispettata?

Successivamente le Torbiere sono state riconosciute anche come SIC/ZPS (Sito di Importanza Comunitaria/Zona di Protezione Speciale), status che esige una particolare procedura a tutela di tali aree, cioè la valutazione d’incidenza di piani, progetti, interventi che potrebbero pregiudicare la buona conservazione del sito.

Perché nessuno degli Enti preposti si premura di valutare gli impatti sulle specie e sugli habitat presenti nel sito, come prescrive la legislazione, tanto più che è presa di mira proprio l’avifauna tipica della zona umida?

Risulta che nemmeno il Piano faunistico venatorio provinciale sia stato sottoposto alla valutazione d’incidenza prevista dalla normativa comunitaria.

Un appostamento sovrastante il sentiero pedonale e ciclabile in riserva (Provaglio d’Iseo)

Come se non bastasse, non è per nulla considerato anche l’impatto sulla zona sud della riserva, dove da tre appostamenti a terra si fa fuoco verso le Lame, anche qui a distanza molto ravvicinata. In particolare uno di essi sovrasta addirittura a poche decine di metri il percorso pedonale e la pista ciclabile provinciale che per un tratto passa in torbiera! Anche in questo caso vi sono diritti acquisiti? Qui poi si mette a repentaglio anche l’incolumità dei passanti!

E che dire dell’uso di munizioni con pallini di piombo? Sono rispettate le disposizioni che per tale tipologia impongono il rispetto di una distanza minima di 150 metri dalle rive più esterne delle zone umide? (http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/dgr9275_BURL.pdf)

 Tale munizionamento da caccia rappresenta una fonte non trascurabile d’inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo.(http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/ISPRA158web.pdf)

Provaglio d’Iseo

 In conclusione, da una parte s’istituisce un’area protetta destinata alla conservazione della fauna selvatica, per favorire l’insediamento delle specie stanziali e la sosta di quelle migratorie e per preservare il flusso delle correnti migratorie, dall’altra, in contraddizione con tali scopi, si consentono interventi che vanno in tutt’altra direzione.

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