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fonte: Bresciaoggi Sabato 30 Gennaio 2010
LA POLEMICA. Dibattito aperto dopo l’emendamento del Senato che demanda alle regioni la scelta dei termini per il periodo in cui si può sparare
Caccia, è scontro sulle date della stagione

Francesco Apostoli
Gli ambientalisti: «Aggraverà le infrazioni italiane in Europa» Il mondo venatorio: «Le critiche sono pretestuose, si può fare»

Muro contro muro tra associazioni venatorie e ambientaliste. A scatenare la polemica, l’emendamento all’articolo 38 della Legge Comunitaria in materia di Caccia (approvato giovedì in Senato) che demanda alle Regioni la scelta dei termini in cui collocare la stagione di caccia. Un provvedimento molto discusso che ha suscitato le proteste di due ministre «anti caccia» del calibro di Stefania Prestigiacomo e Michela Brambilla.

 

Altura, Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Bird Life, Wwf. Sono solo alcune delle associazioni che hanno promesso battaglia contro un provvedimento «che – dicono – propone la cancellazione dei limiti della stagione venatoria (attualmente compresa tra il primo settembre e il 31 gennaio ndr). Il provvedimento aveva ricevuto parere negativo dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra l’autorità scientifica nazionale che si occupa della materia e aggraverà lo stato di infrazione comunitaria in cui l’Italia versa da anni». I timori degli ambientalisti riguardano anche l’estensione della stagione venatoria ai mesi di agosto e febbraio.
«Si tratta di una normativa che non serve nemmeno ai cacciatori – afferma Silvio Parzanini, rappresentante bresciano di Legambiente -. Il 2010 sarà l’anno della bio diversità, sembra assurdo che l’Italia cominci in questa maniera». Secondo Parzanini il provvedimento sarebbe da collocare in un contesto pre-elettorale : «il vero problema – dice – è che questo è diventato terreno di scontro politico, ma confidiamo in una modifica alla Camera».

 

Il mondo venatorio si schiera a favore dell’emendamento. «Da ministri e ambientalisti giungono solo critiche pretestuose – dice Marco Bruni, presidente della sezione bresciana di Federcaccia -. La legge è stata adeguata alla normativa comunitaria». Entrando nel merito, Bruni specifica: «i mammiferi non vengono toccati dal provvedimento che, per la migratoria, dà alle regioni la possibilità di ampliare i periodi cacciabili solo in seguito a precise motivazioni dell’Ispra» su cui però lo stesso Bruni pare non avere buone opinioni: «dovrebbero fare scienza, non politica». Piccolo esempio: «Se uno studio scientificamente attendibile dimostra che la popolazione di prispoloni è in aumento – si chiede Bruni -, perchè non possiamo cacciare il prispolone in agosto? Che senso ha dire “no” a priori?». Sulla stessa lunghezza d’onda, Domenico Grandini, presidente regionale dell’Anuu: «sembra che sia scoppiata una bomba atomica per nulla. Abbiamo 55 giornate all’anno di caccia e questo non cambia. L’italia ha solo recepito una direttiva europea già concordata con le associazioni ambientaliste. Nessuno chiederà mai di cacciare nei periodi primaverili».
Entra nel merito della questione anche il Comitato Nazionale Caccia e Natura: «a chi non è ideologicamente schierato – si legge in una nota – , pare chiaro che le modifiche apportate non sono assolutamente in contrasto con la normativa europea, ma adeguano ad essa quella italiana».

 

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Sala: «Nessun abuso, non si caccerà tutto l’anno»

«La stagione venatoria non sarà allargata a tutto l’anno. Ancora una volta la disinformazione sta danneggiando l’immagine dei cacciatori». Alessandro Sala, assessore provinciale alla Caccia, non ha peli sulla lingua nel denunciare l’ennesima boutade che interessa il mondo delle doppiette.
«MOLTI SCRIVONO che la nuova Legge comunitaria prevede che l’attività venatoria non regolamentata da un calendario fisso, resterà per cinque mesi. Anche adesso – prosegue – comprende lo stesso periodo (dal 1° settembre al 31 gennaio, secondo le specie), nel pieno rispetto di leggi e regolamenti. Non capisco perchè si voglia creare tanta confusione. Come si può pensare che si torni indietro di cinquant’anni. La legge 157 è tuttora valida ma va rivista in alcune parti. In particolare la questione delle deroghe sulle specie cacciabili. Devono entrare nella normativa nazionale. Passeri, peppole e fringuelli non sono in via di estinzione. Anzi, si registra una continua crescita».
INFINE SALA si rasserena quando anticipa che il Consiglio di Stato avrebbe dato ragione alla Provincia sul tema della caccia sui valichi montani: «Alla fine ha prevalso il buon senso contro l’ostinazione degli ambientalisti il cui unico scopo è di abolire l’esercizio venatorio» E ricorda come nel 2009 la Lega per l’abolizione della caccia ed altre associazioni hanno ricordo tredici volte al Tar.S.BOT.

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