Zebre in Riserva

Chi è appassionato di ufologia sa dei misteriosi cerchi nei campi di grano o nelle sabbie dei deserti, visite di alieni dicono, ma quelle strane strisce zebrate che si vedono in questo periodo in Lametta, che origine hanno?

Guarda qui le “zebre”: www.laschiribilla.it/immagini/2012/rn%2016-3-012.JPG
Guarda più da vicinowww.laschiribilla.it/immagini/2012/rn%2023-3-012.JPG
L’enigma si è dunque svelato: niente extraterrestri, ma opera dell’ingegno umano… lunghi teli di plastica che coprono un terreno a ridosso del canneto!
Rimane l’arcano di queste coperture di plastica in una zona che ci risulta interessata da habitat comunitario…

Migratori in movimento…

Venerdì 9 marzo, breve giro nella  Riserva, bella giornata: nella stagione pre-primaverile (da metà febbraio alla prima decade di marzo) i migratori si stanno muovendo, sopratutto in Lametta. Oltre alla consuete specie, come fistioni turchi, marzaiole, morette, è stato avvistato un tarabuso (il più raro airone europeo), uno svasso cornuto, un falco di palude e alcuni piccoli uccelli come basettoni e pendolini.

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“Torbiere, eredità positiva”

fonte: Giornale di Brescia, 25 maggio 2010

Torbiere, eredità positiva

Da giugno in carica il nuovo presidente del Consorzio, Giovanni Lecchi, che traccia
le sue priorità. Lungo l'elenco delle opere realizzate dal precedente Consiglio

 

ISEO Prima da Carlo Maffeis a Dario Lazzaretti e ora a Giovanni Lecchi: nuovo passaggio di consegne tra i presidenti del Consorzio di gestione delle Torbiere del Sebino. Lazzaretti infatti lascerà l'incarico il 31 maggio, gli subentrerà dal 1° giugno Lecchi.

«Il territorio e la sua salvaguardia sono sempre stati al centro dei programmi e delle discussioni, a prescindere dalla politica» ha affermato l'ex presidente Maffeis, supportato da Giancarlo Onger, consigliere nello scorso cda. Onger ha ribadito come la collaborazione tra tutto il Consiglio abbia portato a molti risultati positivi e «questa debba essere la linea da portare avanti». Proprio il passato del Consorzio annovera infatti una fase di commissariamento per cui, in seguito al totale disaccordo tra i sindaci (di quel periodo) dei tre comuni gestori, la Regione Lombardia intervenne con un proprio commissario. Anche Renato Manenti, già consigliere e prossimo membro del Cda, rappresentante della Provincia di Brescia, e Laura Boldi, rappresentante della Comunità montana, hanno sottolineato come il continuo miglioramento della gestione delle Torbiere sia sotto gli occhi di tutti, «fuori dai campanilismi». Con un consiglio per il futuro: «Ogni membro dovrebbe seguire personalmente un settore di propria competenza mentre dal punto di vista burocratico il Cda dovrebbe essere svincolato dall'assemblea dei sindaci».

Ad oggi la Riserva naturale delle Torbiere ha visto attuati numerosi progetti tra i quali il rimboschimento, terminato ad aprile, con la piantumazione di oltre 1.300 essenze; la presenza costante di un vigilanza attuata da tre soggetti contemporaneamente: la Polizia provinciale, le guardie ecologiche volontarie della Provincia e della Comunità montana; la formazione di guide che vanta oggi circa 30 persone abilitate dal Comitato tecnico scientifico. Il Consorzio ha poi approvato il nuovo piano di gestione ed è in attesa di renderlo esecutivo dopo l'approvazione regionale definitiva; ha un logo scelto tra i lavori degli studenti; ha potenziato l'attività didattica ed i laboratori presso il centro d'accoglienza, dove ha installato nuovo materiale informatico per i visitatori.

Dal punto di vista della riqualificazione ambientale ha aperto quattro canali delle Lamette, favorendo un ripopolamento ittico, ha eseguito uno studio di fattibilità per la riqualificazione delle acque interne alla Riserva, ha aggiornato il regolamento della pesca dilettantistica. Sul fronte delle strutture e dei servizi ha completato il percorso nord ed ha depositato in Regione il progetto per un tratto di percorso per disabili. Verrà aperta a breve la terza porta per l'accesso alle Torbiere da Corte Franca.

E per il futuro? Giovanni Lecchi ha tracciato alcune priorità: risanare l'area Zumbo a Provaglio d'Iseo ed i magazzini della torba ad Iseo perché strutture pericolanti; trasferire la pista ciclabile della Provincia che passa attraverso la riserva e pulire il fondo delle vasche principali, in collaborazione con il Comitato tecnico scientifico, per favorire una maggiore qualità ambientale del sito.  Veronica Massussi

TORBIERE, APPELLO ALLA TUTELA

estratto da: Giornale di Brescia del 27.06.09

Torbiere, appello alla tutela 

Le associazioni ambientaliste sebine chiedono ulteriori misure per proteggere l’area dalla convivenza coi centri abitati. La Comunità montana prepara le regole per i boschi

Con l’approvazione del piano di gestione, lo scorso 21 aprile, è stato fatto un passo netto per la salvaguardia per la tutela della Riserva naturale Torbiere del Sebino. Ma la misura non sarebbe ancora sufficiente per le associazioni ambientaliste che così, con «La Schiribilla» e «Legambiente» nei due circoli Basso Sebino e Franciacorta in testa, sottolineano quali loro istanze non siano state recepite dall’attuale nuovo strumento di gestione. 

Quelle più rilevanti riguardano la definizione delle zone A.S (aree sensibili) di «cerniera» alla Riserva e per questo ospiti di presenze vegetali ed animali importanti, le destinazioni ammesse per l’area e gli edifici dell’ex Zumbo a Provaglio d’Iseo, le attività della pesca e della caccia.
Una lista di priorit�
«Pur avendo incluso nel programma interventi prioritari da noi segnalati come le opere per limitare l’inquinamento degli scarichi fognari in Torbiera, la redazione del piano agronomico, la regolamentazione degli accessi ed altro ancora, ci sono tuttavia dei punti che il piano non ha chiarito – spiega Angelo Danesi de La Schiribilla – e che preoccupano per il futuro del territorio».
Per quanto riguarda le zone A.S il comune di Corte Franca e quello di Provaglio d’Iseo hanno inserito il primo le zone A.S nelle aree agricole strategiche a valenza paesaggistica ed il secondo nel piano delle regole, escludendole dall’edificazione.
Iseo invece non ha ancora deliberato nulla, pur avendo, sia verso Clusane che verso Iseo gran porzioni di Aree Sensibili. Le destinazioni per l’ex Zumbo a Provaglio d’Iseo sono «incompatibili» con la Riserva per il progetto di ampliare gli edifici e collocarvi l’incubatoio ittico.
Il regime di caccia e pesca
Regolamentare caccia e pesca per la tutela dell’avifauna sono punti non specificati in modo efficace; infatti per la caccia è stata chiesta la sospensione automatica se le Torbiere ghiacciano al 30% e per la pesca di limitare le aree a quelle già consentite sottoutilizzate.
Le associazioni lamentano anche una mancanza di controlli perché gli abusi in corso da anni, come i ritrovi balneari nelle vasche delle Torbiere o le feste, continuano ad essere praticati. «Lo scorso 15 giugno abbiamo richiesto al Tavolo VI Ambiente e Territorio della Regione Lombardia di valutare le nostre richieste visto che l’iter del Piano di Gestione non è ancora terminato e deve essere approvato dall’ente regionale» conclude l’avv. Pietro Garbarino.

 

Altre iniziative per l’ambiente
Mentre si discute del futuro delle Torbiere nasce anche il tema del contenere il bosco a favore delle aree pastorali e agricole, privilegiando olivo e castagno da frutto, e potenziarne l’attitudine turistico-fruitiva. Sono queste le indicazioni principali della Comunità montana del Sebino agli estensori del piano d’indirizzo forestale, il Consorzio Forestale del Sebino e l’esperto Nicola Gallinaro. «Scelte coraggiose che valorizzano il paesaggio» ha sottolineato Angelo Zanotti presidente della Comunità montana. L’assemblea dell’ente, riunitasi lunedì 15 giugno, ha avviato il confronto con le nove amministrazioni comunali in merito al Piano d’indirizzo forestale del Sebino. Oltre alle linee guida regionali, Sebinfor dovrà tener conto anche delle indicazioni dell a Comunità montana nella riqualificazione e gestione dei boschi.
Le aree boscate che coprono il 46% del territorio, la maggior parte delle quali sono nel Comune di Pisogne (un terzo di tutto il territorio), dovranno essere valorizzate sia per gli aspetti produttivi, che ecologici, sia per la difesa del suolo che per gli elementi di paesaggio.
Il bosco riacquisterà così un valore patrimoniale e tornerà ad essere al centro dell’attenzione sia dei cittadini che delle amministrazioni. «La stesura e l’adozione del Piano d’indirizzo forestale da parte dei Comuni porterà anche all’acquisizione di contributi regionali ed europei altrimenti bloccati», ha ribadito Gallinaro. Il piano (la bozza sarà pronta a fine anno) produrrà elaborati e carte tematiche quali la carta geologica ed idrologica, quella sull’uso del suolo che indica già come su un superficie complessiva estesa 17.817 ettari le aree boscate coprono 8246 chilometri quadrati mentre quelle a pascoli permanenti coprono 2571 kmq, il 14,43%. L’omogeneità dei boschi, la maggior parte di carpino nero e castagneto, sono un’altra caratteristica dei boschi del Sebino che si diversificano solo nel comune di Pisogne dove si trovano anche abete rosso e rovere.
Veronica Massussi