La Riserva delle Torbiere aggregata al Parco dell’Adamello-Rivalità e campanilismi?

Dalle vasche delle Torbiere alle vette dell’Adamello?

 

A proposito della Legge regionale di riordino delle aree protette, nell’assemblea della Comunità della Riserva, riunitasi il 13 aprile c.m., la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, sebbene inizialmente individuata dalla Regione Lombardia nella macroarea 6 (Parco Oglio Nord, parco Oglio Sud, Monte Netto), è stata inserita all’interno della Macroarea 4 nell’Ambito Territoriale Ecosistemico 1 Adamello.

Si è deliberato pertanto di individuare nel Parco dell’Adamello il parco di riferimento per la successiva aggregazione prevista dalla legge regionale 28/2016.

Nel verbale (v. qui 05_2017 e qui NUOVA_CARTOGRAFIA_ATE_ADAMELLO_E_GARDA_X_DELIBERA) non sono state rese note le motivazioni della scelta, che risulterebbe una scelta “forzata”, stando al recente comunicato di Legambiente Lombardia  , dove è messa in evidenza che lindisponibilità del Parco dell’Oglio Nord e del Parco dell’Oglio Sud a collaborare su un progetto condiviso e strategico, che guardi al futuro, continuando invece a procedere tra rivalità e campanilismi, ha costretto la Riserva delle Torbiere del Sebino a richiedere l’aggregazione improbabile con il lontano parco dell’Adamello, nonostante appartenga ad un habitat, ad un ecosistema e a un ambito territoriale diversi.

————-

N.B. Annotiamo che il processo riformatore concepito dal legislatore regionale si basa su due assi portanti:

a) La MACROAREA intesa come “una singola porzione del territorio regionale, al cui interno vengono individuati uno o più ambiti territoriali. Le macroaree costituiscono il riferimento per la progressiva aggregazione tra ambiti;

b) L’AMBITO TERRITORIALE ECOSISTEMICO – ATE – inteso come “l’unità territoriale di riferimento per l’aggregazione tra Parchi e per l’integrazione nei Parchi delle Riserve naturali, dei Monumenti naturali presenti nello stesso ambito, nonché per l’attribuzione ai Parchi della gestione dei Siti di rete Natura 2000”.

13 aprile 2017, la Comunità della Riserva si esprimerà sull’individuazione dell’ Ente Parco per nuova macro area

La Comunità della Riserva è convocata

giovedì 13 aprile 2017 alle ore 18.00,

presso la Sede dell’Ente gestore della Riserva (Palazzo del Municipio, via Europa 5 – Provaglio d’Iseo), con il seguente ordine del giorno:

Individuazione dell’ Ente Parco di riferimento in relazione all’attuazione della Legge regionale 28/2016.

—————————–

Ricordiamo che l'incontro è aperto al pubblico.

La macro area in cui risulta essere inserita la Riserva delle Torbiere, su proposta della Regione, è quella del parco Oglio Nord, Oglio Sud e Monte Netto.

 

Avifauna nella Riserva delle Torbiere: on line la relazione del G.R.A.

Sul sito della Riserva si può trovare la relazione ornitologica 2016 del G.R.A., Gruppo Ricerche Avifauna.

Qui abbiamo riportato, a titolo meramente esemplificativo, alcune annotazioni ricavate dalla relazione.

Il documento presenta: dettagliate carte di distribuzione di alcune delle specie nidificanti, i conteggi dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti e l’elenco delle specie svernanti; l’elenco delle osservazioni interessanti nel periodo d’indagine e alcune considerazioni di carattere gestionale.

La tecnica di rilevamento prescelta quest’anno è stata quella dei punti di ascolto, che consente maggior comodità ed efficienza in un ambiente come quello della Riserva, mentre per le Lamette è stato eseguito un censimento dalla barca per coprire quei settori non raggiungibili da terra. Inoltre sono state eseguite visite notturne, con esito negativo, per il Tarabuso, il Voltolino e la Schiribilla

La Riserva è stata censita in tutta la sua estensione e i dati presentati sono da considerarsi di elevato pregio scientifico, ma importanti anche per fornire indicazioni riguardanti eventuali interventi di gestione all’interno della Riserva, volte non solo alla conservazione delle popolazioni nidificanti presenti, ma anche a favorire  una diversificazione ambientale, la quale potrebbe arricchire ulteriormente la composizione ornitica dell’area.

La relazione espone i risultati dei censimenti dell’avifauna nella Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino. In particolare è fornita la check-list degli uccelli della Riserva aggiornata dall’ultima relazione fino al mese di febbraio 2017.

In totale sono state osservate 252 specie, 11 delle quali considerate esotiche o domestiche. In particolare nel corso del 2016 e dei primi mesi del 2017 sono state osservate nella Riserva 8 specie mai segnalate in precedenza: Labbo (Stercorarius parasiticus), Aquila minore (Aquila pennata), Gabbiano reale nordico (Larus argentatus), Sterna zampenere (Gelochelidon nilotica), Beccapesci (Sterna sandvicensis), Gufo di palude (Asio flammeus), Luì forestiero (Phylloscopus inornatus) e Inseparabile facciarosa (Agapornis roseicollis).

 

AVIFAUNA NIDIFICANTE

Per la maggior parte delle specie nidificanti è stata accertata la nidificazione, mentre per Assiolo, Canapiglia, Canapino comune, Cannaiola verdognola, Balestruccio, Fagiano comune e Rigogolo la nidificazione è ritenuta probabile.

Si rileva che nel 2016 l’Airone rosso ha nidificato esclusivamente nell’area delle Lamette con 8 coppie (una coppia in più rispetto all’anno precedente), mostrando però di preferire le Lame per nutrirsi.

 

 

 

 

AVIFAUNA SVERNANTE

La stagione invernale 2016/2017 è stata caratterizzata all’interno della Riserva da un maggior numero di specie svernanti (19) rispetto a quella del 2015/2016 (12); risulta in aumento il numero di specie di anatidi rilevate, passando dalle 5 specie del 2015/2016 alle 12 del 2016/2017 . Nuova la presenza di Fischione, Mestolone, Moriglione, Moretta, Moretta tabaccata, Orco marino e Oca lombardella. Quest’ultima, pur non potendo considerarsi svernante in Riserva, rappresenta un’osservazione di elevato pregio a livello provinciale e regionale.

Calo invece  dei numeri di animali svernanti durante i rilevamenti della terza sessione (15 gennaio 2017), probabilmente dovuto alla presenza di ghiaccio sull’intera superficie della Riserva, che verosimilmente ha causato lo spostamento degli animali sulle acque del Sebino.

Secondo il G.R.A. il numero maggiore delle specie di anatidi osservati in questa stagione invernale rispetto alla precedente potrebbe essere una conseguenza del mancato disturbo esercitato dall’attività venatoria, assente in questo periodo. Tale assenza, infatti, può aver permesso, soprattutto alle anatre tuffatrici, di utilizzare per periodi più lunghi e in maniera indisturbata l’area di confine posta tra i capanni da caccia e la Riserva. Qualora la caccia non fosse più praticata presso gli appostamenti fissi posti a lago, servirebbero diversi anni di censimenti degli uccelli acquatici svernanti per capire se esiste una relazione causa-effetto tra tale attività e i quantitativi dei contingenti svernanti

Stretta la relazione tra le aree di alimentazione principali (primo tratto di lago all’esterno delle Lamette) e le aree di riposo preferite (Lame): anche qui s’ipotizza che il mancato disturbo esercitato dall’attività venatoria nel tratto a lago permetta a certe specie di anatre di utilizzare maggiormente tale area per nutrirsi.

CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GESTIONALE

In questo capitolo vengono date alcune indicazioni specie-specifiche riguardanti eventuali interventi di gestione all’interno della Riserva, volte non solo alla conservazione delle popolazioni nidificanti presenti, ma anche a favorire una diversificazione ambientale, la quale potrebbe arricchire ulteriormente la composizione ornitica dell’area. Di fondamentale importanza sarà il confronto d’informazioni e conoscenze durante tavoli tecnici appositamente istituiti.

Nutria e Siluro

Queste due specie hanno trovato un habitat idoneo all’interno della Riserva e si ritiene che stiano alterando pesantemente gli esiti riproduttivi di diverse specie ornitiche. La Nutria, ormai comune all’interno della Riserva, con una stima della popolazione pari a 15-20 individui tra gennaio e febbraio 2017, è una pesante minaccia non solo per le nidiate di alcune specie che nidificano tra canneti, ma anche per la vegetazione palustre.

 

 

Intossicazione da piombo

Nel tratto a lago antistante alla Riserva, nella zona della cintura dei capanni da caccia, il G.R.A. ritiene che sarebbe interessante conoscere i livelli di concentrazione, all’interno dei sedimenti lacustri, di frammenti di piombo derivanti da diversi decenni di attività venatoria. Proprio in tale zona si radunano i gruppi di anatre (soprattutto tuffatrici) in alimentazione che, nel caso in cui l’attività venatoria terminasse definitivamente, potrebbero iniziare a utilizzarla in maniera molto più abitudinaria anche nel periodo invernale, soprattutto quando gli specchi d’acqua della Riserva sono ghiacciati. Nel caso in cui tale ipotesi si avverasse, gli anatidi che sosterebbero maggiormente in quell’area sarebbero maggiormente esposti alla possibilità d’intossicazione da piombo (saturnismo), poiché la probabilità di ingerire frammenti di questo metallo potrebbe aumentare in seguito al minor disturbo ivi presente e al conseguente maggior utilizzo della zona per fini alimentari.

————————

Qui la relazione ornitologica precedente del 2015