Supermercato Conad a Iseo: via libera con prescrizioni dell’Ente Riserva

Nuova urbanizzazione dietro il campo sportivo di Iseo: l’Ente gestore della Riserva esprime parere favorevole all’esclusione di successive fasi di valutazione d’incidenza ambientale e VAS e detta una serie di condizioni a tutela del sito.

Una mini oasi naturalistica, una fascia perimetrale di alberature di specie autoctone, la protezione di fondali e ripe del reticolo idrico minore e la richiesta di un cronoprogramma in vista delle opere di demolizione dei due ex magazzini nella Riserva delle Torbiere: queste in sintesi le prescrizioni dell’Ente gestore della Riserva interpellato riguardo al progetto di realizzazione di un supermercato con parcheggio nell’area retrostante il campo sportivo iseano, tra Via Europa e Via Paolo VI. 

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La zona interessata dalle nuove edificazioni, a oggi un’area verde con uno sterrato già utilizzato a posteggio, distante circa 500 m. dall’area protetta, dovrà, secondo la Valutazione d’incidenza relativa al PGT, continuare a svolgere un’importante funzione nell’ambito della rete ecologica.

Perciò l’Ente Riserva ha espresso una serie di disposizioni riguardanti la zona a verde (dove il PGT inizialmente prevedeva posti per sosta autobus): l’area dovrà svolgere funzione di ricostituzione di habitat, oltre che un’azione di dissipazione e laminazione delle acque pluviali.

Circa i due decrepiti edifici presenti nella zona B delle Torbiere la cui volumetria è trasferita a completamento di quella proposta per il nuovo supermercato, ricordiamo che per tali fabbricati il vigente Piano della Riserva prevede una destinazione per attività di tipo pubblico e che La Schiribilla, al tempo delle osservazioni in fase di adozione del nuovo strumento di gestione, aveva sollecitato il trasferimento della cubatura al di fuori delle Torbiere.

La demolizione degli immobili e il ripristino ambientale costituiscono, quindi, per il sito comunitario un’azione positiva. L’Ente gestore ha richiesto in particolare un piano di cantierizzazione comprendente un cronoprogramma delle opere che, per non interferire con l’avifauna nidificante, saranno da realizzare tra il 1° novembre e il 28 febbraio. Anche il progetto di ripristino naturalistico dell’area sgombrata dovrà essere sottoposto a una valutazione dell’Ente Riserva.

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Per il nuovo fabbricato inoltre sono richiesti l’inserimento di elementi di attenzione per i possibili impatti per l’avifauna con la struttura (in particolare parti vetrate), cassette nido per passeriformi e bat box per pipistrelli.

Certamente c’è consumo di nuovo suolo, anche se in parte compensato dalla traslazione della cubatura ora presente in Riserva e dal fatto che già una zona dell’area oggetto del progetto è occupata da un parcheggio. L'importante, se sarà dato il via alla nuova urbanizzazione, è che le prescizioni non rimangano a lungo sulla carta! Anzi sarebbe meglio che si partisse dal ripristino naturalistico in Riserva.

Ma sono anche tante le aree dismesse! E servono o no altri supermercati a Iseo, tenuto conto che il PGT prevede altre strutture commerciali, una a Covelo e un’altra ancora nei pressi del cimitero?

COSA SI LEGGE SULLA STAMPA:

Supermercato Conad: il nuovo progetto fa discutere il paese

Supermercati, Iseo moltiplica lo shopping

Conad, il «sì» a palazzo Vantini Il «no» da associazioni e 5 Stelle

Nuovi supermercati spuntano i primi «no»

Il nuovo supermercato prosegue il cammino e agita Iseo

Di recente si è espressa anche la categoria dei commercianti (Giornale di Brescia 21.10.2015):

«Siamo arrabbiati e spaventati dall’avanzata di una grande distribuzione che sta facendo piazza pulita di negozi e botteghe- ha detto Massimo Sabadini, presidente delle "Botteghe del lago"…. Siamo convinti che per conservare in Iseo caratteristiche attraenti sia necessario evitare nuovi grandi magazzini. Perché? Introducono connotati più simili a quelli di una periferia di città che a una cittadina di lago, e questo non è bello»…

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Una Riserva più fruibile: alcuni suggerimenti

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Lungo il sentiero verso la torretta: installazione priva di tavole

Nella primavera del 2012 fu inaugurato vicino al centro accoglienza visitatori di Iseo un tratto di percorso fruibile da tutti, disabili e non vedenti, realizzato con 99mila euro finanziati dalla Regione.

Purtroppo dobbiamo rilevare che i due manufatti impiantati con pannelli in braille non sono fruibili: quello posto sul percorso verso la torretta di osservazione è privo delle mappe tattili, mentre l’altro, collocato sul sentiero di accesso al Centro, oltre a non essere segnalato e in posizione molto disturbata dai rumori della tangenziale, è in stato di abbandono con le tavolette sporche.  

Proponiamo una semplice soluzione per quest’ultima istallazione: spostarla sotto il portico posteriore (verso sud) del Centro visite, dove sarebbe protetta anche in caso di maltempo e il rumore del traffico arriva un po’ più attutito. 

Come già segnalato in altre occasioni, sarebbe anche utile impiantare un semplice palo segnaletico anche a bordo tangenziale per indicare in modo ben visibile l'ingresso al Centro, ora nascosto.

Auspicabile poi un semaforo con pulsante di richiesta per rendere meno pericoloso il passaggio pedonale di una strada molto trafficata…Ma qui dovrebbe intervenire la Provincia, in attesa della (molto improbabile) realizzazione di ben due passerelle di attraversamento della SP XI, come previste nel Piano di gestione…

 

Acque termali a Sassabanek: pozzo esplorativo e tutela delle Torbiere

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Sassabanek: pozzo esplorativo e tutela delle Torbiere

Di recente sulla stampa (v. sotto) sono stati pubblicati diversi articoli riguardanti la “radiografia” del sottosuolo, attuata da Cogeme, con la quale è stata verificata la presenza di un potenziale serbatoio termale da poter sfruttare nella zona di Sassabanek (Iseo).  Nei prossimi mesi la società intende avviare una seconda fase d’indagine al fine di realizzare un pozzo esplorativo di 1200 metri di profondità che, a quanto pare, dovrebbe interessare la zona del campeggio.

Ben contenti se si troverà una risorsa per incrementare l’attrattiva turistica della zona, ci limitiamo ad annotare che una parte del campeggio di Sassabanek è situata all’interno della Riserva naturale delle Torbiere, dove sono vietate attività  estrattive o opere che modifichino la morfologia del luogo. 

L’altra parte del camping si trova comunque vicino a un’area della riserva di alto valore naturalistico (le Lamette) e il pozzo in previsione andrebbe dunque a inserirsi nei pressi di un delicato ecosistema.

Confidiamo, quindi, che, nel caso l’impianto di perforazione interessi un’area prossima al Sito comunitario (SIC), sia applicata, come prevede la normativa, un’adeguata valutazione d’incidenza onde evitare ripercussioni del progetto sulle valenze naturalistiche dell’area protetta. 

Cogeme: l’acqua termale ad Iseo – Centro termale a Sassabanek: l'ipotesi prende corpo – Le “Terme di Iseo” diventeranno realtà Il sindaco: turisti tutto l’anno Iseo, le terme si avvicinano

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Prossima nomina del direttore della riserva: le associazioni auspicano una scelta ad hoc

In vista della nomina del nuovo Direttore della Riserva delle Torbiere del Sebino, associazioni ambientaliste e naturalistiche bresciane auspicano una scelta che consideri attentamente le particolarità delle Torbiere.

Questo il comunicato stampa del 10 dicembre 2014:

Le associazioni ambientaliste e naturalistiche bresciane hanno appreso con grande soddisfazione che, finalmente, è stato indetto un bando per la nomina del Direttore della Riserva Naturale Orientata delle Torbiere del Sebino, figura indispensabile per la gestione di qualsiasi area protetta ma che, purtroppo, risulta mancare per le Torbiere.

Abbiamo appreso che l’Ente gestore richiede, tra le altre, “particolari conoscenze in materia forestale, botanica e faunistica”. Sembrerebbe una richiesta scontata ma non lo è affatto, considerando tutte le aree protette italiane alla cui dirigenza sono state poste figure professionali molto lontane dagli ambiti naturalistici.

Dato che si tratta di una Riserva Naturale Orientata alla salvaguardia dell’Avifauna, dato che quest’ultima ha subito un gravissimo calo numerico negli ultimi anni, dato che la situazione ecologica delle Lame è sempre più compromessa, si auspica che possa arrivare un Direttore con adeguate e comprovate competenze in ambito naturalistico.

Sottoscrivono:

Foto di Angelo Danesi

Il comunicato stampa in pdfCOMUNICATOdirettoreriserva

 

TORBIERE, CAPANNI DA CACCIA: FANTOMATICI DIRITTI ACQUISITI HANNO (PER ORA) LA MEGLIO SULLA TUTELA DELLA RISERVA

I capanni acquatici in rimessaggio nella foppa di Clusane

Fantomatici diritti acquisiti hanno (per ora) la meglio sulla tutela della riserva…Già, è proprio così: studi, integrazioni di documenti, raccolta dati, riunioni del comitato tecnico-scientifico ecc… in teoria per valutare se gli appostamenti di fronte alla Lamette abbiano incidenza o no sull’area protetta, in pratica non si entra nel merito della questione.

A che pro, dunque, tutto questo gran traffico di incartamenti, visto che proprio l’Ente gestore della riserva, nel riconfermare il proprio parere positivo, si dichiara al contempo totalmente impotente? Il problema sono sempre i “diritti ” dei capannisti a rimanere lì, dove sono, fino alla fine dei tempi, mentre la riserva fa la parte della Cenerentola.

Eppure l’impatto c’è, visto che lo stesso Ente vorrebbe spostare le strutture da caccia a una maggiore distanza! Niente da fare, nemmeno di queste incidenze negative si parla, ma ci si limita a dichiarare: “gli appostamenti esistenti sono stati impiantati  in data precedente rispetto all’entrata in vigore della legge regionale 26/93, dato di fatto che blocca la nostra richiesta di posizionamento dei capanni a distanza maggiori rispetto a quelle segnalate.”

Ma come può essere poi che si ignori addirittura l’esistenza di una specifica norma di salvaguardia che vieta l’utilizzo di munizionamento a pallini di piombo nel raggio di 150 m dalle rive più esterne delle zone umide ?  Uno dei capanni (n.13) è a 120 metri dalla riva del sito!!! Anche in questo caso c’è qualche “diritto acquisito” intoccabile che consente di far ricadere piombo in acque tutelate per legge, con impatto sull’ittiofauna e sugli uccelli che si nutrono di pesci?

Perché quest’appostamento è così vicino all’area protetta? L’allucinante risposta è nello studio di incidenza:  per non intralciare la navigazione sul lago!

E che dire del fatto che neppure è menzionato il possibile impatto sull’avifauna rilevato nello stesso Piano di gestione dove s’indirizza a sospendere l’attività venatoria nel tratto prospiciente la lametta in occasione delle gelate invernali?

Su tutto questo e molto altro nessuna osservazione dell’Ente gestore! E fra poco sarà la volta di conoscere i risultati della valutazione per i capanni in terraferma e temiamo analoghi esiti!

Speriamo in qualche Autorità illuminata che consideri che da una parte c’è un bene comune, una riserva istituita proprio al fine di proteggere l’avifauna selvatica e migratoria,  dall’altra fantomatici diritti acquisiti di pochi privilegiati.

 

Qui la nota inviata in Regione dalla nostra associazione, prima di conoscere al completo i documenti della valutazione d’incidenza: nota Shiribilla

Qui il verbale del comitato tecnico scientifico della Riserva: doc20140903124045

Qui la lettera a firma Michele Sorrenti-Ufficio avifauna migratoria Federazione Italiana della Caccia (Bresciaoggi 2.9.2014): http://www.bresciaoggi.it/stories/lettere/851277_i_capanni_alle_torbiere/

Qui il comunicato stampa della LAC che replica all’articolo apparso sabato 6 settembre 2014 sul Giornale di Brescia e alla lettera al direttore del 2 settembre 2014 su Bresciaoggi:replica LAC

 

Riserva delle Torbiere, “Laghetto Azzurra”: dopo gli abusi, si vogliono privilegi?

Trascriviamo qui il testo dell’articolo, dove abbiamo evidenziato alcune frasi in rosso:

LAGO D’ISEO Il divieto di introduzione e pesca delle trote porta… rifiuti.
 Sembra infatti che il blocco delle attività della società di pesca «Azzurra ’85» di Bornato imposto dal nuovo regolamento introdotto dal Consorzio della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino (normativa che contiene il divieto d’introduzione di pesci non autoctoni nelle acque che sono sotto la sua tutela) abbia evidenziato il ritorno del problema dell’abbandono dei rifiuti nella zona 2, proprio dove si trova il laghetto di proprietà del Comune di Cazzago in uso all’associazione bornatese.

In attesa delle decisioni della Provincia in merito al nuovo regolamento stilato dal Consorzio, c’è quindi un nuovo problema da affrontare: «Siamo convinti che la nostra presenza sul territorio – spiega il presidente di “Azzurra”, Renato Danesi – fosse importante anche come supporto al controllo della zona. Soprattutto i nostri volontari, che presidiando quelle aree, potevano essere un buon deterrente per certi cattivi comportamenti».

Lo scontro tra Azzurra e il Consorzio si arricchisce quindi di una nuova appendice che sposta l’attenzione dalla pesca alla presenza del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Se poi analizziamo altri punti cardine del regolamento, la querelle tra l’associazione bornatese e l’ente che tutela la riserva sebina si arricchisce di nuovi capitoli: «Nel nuovo atto sono individuati gli obiettivi di riqualificazione acquatica, di conservazione e valorizzazione del patrimonio ittico autoctono – si legge sul documento stilato dal Consorzio – e sono fissate le modalità di pesca all’interno della Riserva». Tra i punti più significativi c’è proprio il mantenimento e l’incremento delle specie ittiche autoctone che, di fatto, esclude l’introduzione di pesci come la trota iridea, quella pescata abitualmente nel laghetto «cazzaghese». «Le trote introdotte nel “nostro” lago non creano problemi alle altre specie perché non possono spostarsi negli specchi d’acqua della riserva – sottolinea Danesi -, ma oltre a questo vorremmo far capire che anche noi siamo per il rispetto dell’ambiente: la nostra associazione ha infatti ridotto al minimo l’attività pescatoria (quattro giorni settimanali per la pesca e una media di dieci pescatori alla settimana, ndr) ed è dotata di un regolamento molto rigido rispetto alla tutela del territorio». In attesa di nuovi capitoli della vicenda si attendono i provvedimenti in merito della Provincia, alla quale, va ricorda to, spetta l’ultima parola. Gabriele Minelli

COMMENTO

Come si legge sopra, di nuovo si parla sulla stampa (Giornale di Brescia, 19 marzo 2014) della questione del “laghetto Azzurra” nella Riserva delle Torbiere e di nuovo costatiamo che nessuno finora ha osato dire che le norme precedenti vietavano in assoluto qualsiasi tipo di pesca in tale località, non compresa fra le aree consentite. Tutte le attività ivi praticate dall’associazione piscatoria in passato sono state quindi svolte in palese violazione delle regole e tale associazione lo sa benissimo!

– Diversamente dal passato, il nuovo regolamento consente la pesca anche in quella vasca, ma nel rispetto delle prescrizioni a tutela della Riserva che devono valere per tutti, senza eccezioni.

Non è vero, come dichiara nell’articolo il presidente della “Azzurra 85”, che “ le trote (tipo iridea non autoctona) introdotte nel lago non creano problemi alle altre specie perché non possono spostarsi negli specchi d’acqua della riserva.” Si sono viste, durante periodi di pioggia intensa, trote che, uscite dal loro laghetto, sono risalite per decine di metri nella strada e in zona e che, quindi, tranquillamente potevano passare da una vasca all’altra.

 –  l’abbandono dei rifiuti nella Zona 2, proprio dove si trova il laghetto  in uso all’associazione bornatese,  ora viene usato come ulteriore argomento per avere  privilegi nella gestione dell’attività piscatoria. Facciamo presente un’altra volta che il fenomeno purtroppo è diffuso. Andate a fare un giretto nella Zona 1  (Iseo),  molto in vista e controllabile, ma dove si pesca abusivamente anche nel periodo non consentito (divieto di pesca da febbraio al 15 giugno), e date un’occhiata alla spazzatura! (v. sotto foto recentissima)

 – L’associazione “La Schiribilla” appoggia in toto l’Ente gestore affinché siano rispettate le regole.

Riserva, Zona di pesca 1, 20 marzo 2014

Comunicato. Torbiere: perimetri ballerini?

Ritaglio tratto da Giornale di Brescia 5 novembre 2013

A proposito di distanze di appostamenti fissi da caccia e di confini della Riserva delle Torbiere del Sebino, nell’articolo di recente pubblicato sul Giornale di Brescia (Giornale di Brescia 5.11.2013) si cita una dichiarazione del presidente dell’Ente gestore della Riserva, il quale afferma, quasi a giustificare il collocamento dei capanni a distanza non regolamentare, che “in realtà quasi tutti i capanni hanno autorizzazioni provinciali vecchie, quando il perimetro dell’area protetta coincideva con il canneto. Ora quello nuovo invece entra nel lago e quindi, una volta scadute, le concessioni verranno rilasciate sulla base del nuovo perimetro”.

Sull’argomento capanni da caccia ci siamo già espressi (v. qui), ora ci limitiamo a rimarcare che sin dall’istituzione dell’area protetta il perimetro a lago della riserva comprendeva una fascia d’acqua ben oltre il canneto. Così risulta dalla stessa delibera di Consiglio regionale 1984 (v. dcr 84, pag.pag. IV): la fascia a lago faceva parte della zona di rispetto (1confini dcr 84), nella quale vigevano quasi tutti i divieti previsti per l’area più tutelata, compreso il divieto di caccia.

Tale perimetro è rimasto lo stesso fino alla variazione del 2011, recepita in seguito dal nuovo Piano di gestione (2012):  i margini della riserva sono stati modificati per farli perfettamente coincidere con quelli del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e della ZPS (Zona di Protezione Speciale).

Insomma, per appurare che il limite della riserva andava ben oltre il canneto sin dalle origini, basta consultare la copiosa cartografia a disposizione, allegata anche ai vari Piani di gestione o la tavola 7 PERIMETRI RISERVA, tra l’altro pubblicata sul sito web dell’Ente gestore.

Rimaniamo in attesa di chiarimenti…

 

 

Comunicato. Torbiere, avifauna tra due fuochi…

Con l’apertura della stagione della caccia si rinnova puntualmente una situazione molto critica per l’avifauna della Riserva naturale: da una parte i capanni, ancorati nel lago, nella zona al confine settentrionale, dall’altra, nella fascia a sud, tra Provaglio e Corte Franca, gli appostamenti in terra ferma…

Due fronti minacciosi per un’area che dovrebbe essere “protetta”, ma ad ora non sono ancora stati adottati opportuni provvedimenti per la tutela del sito. Come ormai noto, la normativa prescrive una fascia di rispetto di 400 m. dal confine delle riserve, ma la quasi totalità degli appostamenti è all’interno di questa zona.

Posizionamento capanni stagione venatoria 2013/2014 (il n. 15 è stato eliminato)

 Per il posizionamento dei  capanni schierati di fronte alle Lamette, quest’anno, prima di dare l’assenso, l’Autorità di Bacino Lacuale dei Laghi d’Iseo, Endine e Moro ha tenuto in giugno una conferenza dei servizi, nella quale è stata negata l’autorizzazione a uno degli appostamenti per l’eccessiva vicinanza all’area protetta (il n. 15-v.foto), ma, peggiorando la situazione, le concessioni sono state rinnovate con validità di ben sei anni per tutti gli altri!

Lamette 1983: i capanni erano al limite esterno del canneto, a volte raggiungibili a piedi a seconda del livello del lago

La questione che si ripresenta è che si vantano i diritti acquisiti (eterni?) dei capannisti prima dell’istituzione della riserva nel 1983:  le loro postazioni preesistenti a tale data, erano al limite del canneto, dentro il confine di quella che sarebbe divenuta poi un’area protetta.

A seguito del riconoscimento della riserva naturale viene introdotto il divieto di caccia: gli appostamenti vengono dismessi e poi collocati fuori dal perimetro, ma non posizionati a 400 m. dal confine della stessa, in violazione della allora vigente legge regionale sulla caccia, quella del 1978. 

Perché già allora tale norma non è stata rispettata?

Successivamente le Torbiere sono state riconosciute anche come SIC/ZPS (Sito di Importanza Comunitaria/Zona di Protezione Speciale), status che esige una particolare procedura a tutela di tali aree, cioè la valutazione d’incidenza di piani, progetti, interventi che potrebbero pregiudicare la buona conservazione del sito.

Perché nessuno degli Enti preposti si premura di valutare gli impatti sulle specie e sugli habitat presenti nel sito, come prescrive la legislazione, tanto più che è presa di mira proprio l’avifauna tipica della zona umida?

Risulta che nemmeno il Piano faunistico venatorio provinciale sia stato sottoposto alla valutazione d’incidenza prevista dalla normativa comunitaria.

Un appostamento sovrastante il sentiero pedonale e ciclabile in riserva (Provaglio d’Iseo)

Come se non bastasse, non è per nulla considerato anche l’impatto sulla zona sud della riserva, dove da tre appostamenti a terra si fa fuoco verso le Lame, anche qui a distanza molto ravvicinata. In particolare uno di essi sovrasta addirittura a poche decine di metri il percorso pedonale e la pista ciclabile provinciale che per un tratto passa in torbiera! Anche in questo caso vi sono diritti acquisiti? Qui poi si mette a repentaglio anche l’incolumità dei passanti!

E che dire dell’uso di munizioni con pallini di piombo? Sono rispettate le disposizioni che per tale tipologia impongono il rispetto di una distanza minima di 150 metri dalle rive più esterne delle zone umide? (http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/dgr9275_BURL.pdf)

 Tale munizionamento da caccia rappresenta una fonte non trascurabile d’inquinamento da piombo, in grado di avvelenare gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio sanitario per l’uomo.(http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/ISPRA158web.pdf)

Provaglio d’Iseo

 In conclusione, da una parte s’istituisce un’area protetta destinata alla conservazione della fauna selvatica, per favorire l’insediamento delle specie stanziali e la sosta di quelle migratorie e per preservare il flusso delle correnti migratorie, dall’altra, in contraddizione con tali scopi, si consentono interventi che vanno in tutt’altra direzione.

Clusane, villaggio turistico: l’iter per la nuova urbanizzazione prosegue!

il sito dove sorgerà il nuovo villaggio turistico (foto di Ass. Monte Alto)

Apprendiamo dal Giornale di Brescia (6 ottobre 2013) che a breve si darà il via alle opere per realizzare la contestata costruzione del villaggio turistico tra Clusane d’Iseo e Paratico, nell’unico tratto del Basso Sebino ancora interessato da un residuo di corridoio ecologico tra monte e lago.

Nell’articolo si legge che in un’area di 45mila metri quadrati saranno costruite quarantotto unità abitative per le vacanze. Niente residenziale puro quindi, e nessuna seconda casa: a confermarlo è Natale Gatti, titolare della società Costa Verde, costituita nel lontano 1983: “Anche se il Pgt ci concede un 30% di residenziale, la nostra idea è quella di dare vita ad un villaggio che funzioni tutto l’anno […tutto verrà realizzato nel rispetto delle normative vigenti e delle prescrizioni, comprese quelle relative al rospo Bufo Bufo”…

Rimarchiamo che si tratta di un lembo di terra fino a poco tempo fa boscato e  che è caratterizzato a lago da un canneto che ospita un completo ecosistema, dove si riproducono i rospi Bufo Bufo e nidificano torcicollo, martin pescatori, falchi di palude… dove sostano aironi cenerini e rossi, tuffetti e moretta tabaccata… E vivono tanti altri abitanti acquatici…

QUI il testo integrale dell’articoloDopo trent`anni di attesa arriva il villaggio turistico

A scempio si aggiunge scempio: la saldatura con Paratico sarà…perfetta!

Per la cronistoria v. corridoio ecologico

 

Pesticidi e Salute: appuntamento a Passirano martedì 8 ottobre

Il regolamento franciacortino, per quanto deficitario, come è stato rimarcato in varie occasioni e da più parti, è stato approvato in vari comuni, pare non in tutti e da alcuni con riserva, in attesa di parere dell’ASL. A livello provinciale e nazionale l’attenzione al tema pesticidi è in costante crescita, tanto che è ufficialmente nato il coordinamento nazionale pesticidi no grazie.

Quindi il gruppo locale di “Franciacorta pesticidi e salute” riparte con forza, dopo la pausa estiva, per fare il punto della situazione e formulare proposte concrete.

 Tutti gli interessati sono invitati a partecipare all’incontro di

MARTEDÌ 8 OTTOBRE ore 21, presso la SALA CIVICA DI PASSIRANO, in Via Garibaldi n. 1, per discutere di:

1. come abbiamo vissuto quest’estate rispetto al nuovo regolamento, segnalazioni andate a buon fine, rapporti con contadini e cantine, emergenze documentate (foto, animali morti, utilizzi impropri in momenti e zone a rischio)

2. cosa fare con i rapporti istituzionali: ha senso continuare a battere il chiodo con i “politici” che finora si son dimostrati attenti più ai profitti delle cantine che alla tutela della salute e quindi ha senso sollecitare modifiche a un regolamento che, già dall’anno prossimo, sarà superato dalle nuove norme del Piano d’Azione Nazionale?

3. come ripartire: rapporti con il comitato nazionale, nuove iniziative di sensibilizzazione e proposte.