Parchi, Colucci: istituito albo per i direttori

Parchi, Colucci: istituito albo per i direttori

L'assessore ai Sistemi verdi e paesaggio, Alessandro Colucci

(Ln – Milano) Su proposta dell’assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio Alessandro Colucci la Giunta regionale ha approvato l’istituzione dell’elenco dei direttori dei Parchi. “Con questo registro – ha spiegato Colucci – abbiamo individuato i requisiti professionali e le competenze necessarie per chi vuole svolgere questo ruolo. L’iscrizione all’elenco si qualifica come ulteriore strumento per la valorizzazione delle aree protette della nostra regione”. La gestione dell’elenco sarà regolamentata dall’Unità organizzativa regionale ‘Parchi e Rete Natura 2020’, che ne gestirà anche l’aggiornamento 2 volte l’anno (giugno e dicembre)”.

COMPITI E FUNZIONI – “Il direttore – ha aggiunto l’assessore – non solo deve dirigere bene il parco, ma ha anche il compito di rilasciare le autorizzazioni e i nulla osta di competenza dell’ente, di assistere ai lavori del Consiglio di gestione e della comunità del parco in qualità di segretario e di svolgere il lavoro di raccordo e monitoraggio dell’attività del parco presso la Giunta regionale”.

I REQUISITI – Per ricoprire questa carica occorrerà una laurea specialistica o magistrale e tre anni di comprovata esperienza professionale nella Pubblica amministrazione, in Enti di diritto pubblico, aziende pubbliche o private o studi professionali. L’incarico sarà conferito dal presidente del parco e ha una durata compresa fra i 3 e i 5 anni. “Il direttore – ha concluso Colucci – riveste un ruolo di particolare importanza e garantisce l’attuazione della politica di Regione, che è sempre più tesa a difendere l’importante patrimonio verde che è un bene ricevuto dai nostri padri e che vogliamo trasmettere qualificato e accresciuto alle generazioni future”.  Fonte: Lombardia Notizie,10 maggio 2012 

La delibera di giunta (La D.g.r. 9 maggio 2012 – n. IX/3366
Art. 22-quater della l.r. 86/1983: istituzione dell’elenco dei direttori dei parchi regionali – Individuazione dei requisiti professionali e delle competenze per l’iscrizione all’elenco)

 

17 giugno: passeggiata al Colle S.Zeno

Segnatevi in agenda questa data: domenica 17 giugno                                                                              La Schiribilla – Legambiente  Bassosebino – Universitas Ysei                        organizzano una facile passeggiata alle pendici nord del Golem per                                          il RICONOSCIMENTO DI PIANTE E FIORI – Osservazioni e fotografia

Ore 9 ritrovo in località COLLE DI S. ZENO  (Pisogne)  Nella mattinata i partecipanti saranno accompagnati da appassionati di botanica e fotografia; il percorso (strada facile sterrata, 1 km circa) prevede di arrivare alla malga Foppella. Ore 12.30 pranzo al sacco.

-Vicino alla malga dovrebbe funzionare un bar con possibilità di acquisto prodotti locali.

-La località è raggiungibile in automobile su strada asfaltata (Pisogne-Fraine-Val Palot- Colle S. Zeno).

-Per chi non conosce la strada e per formare gli equipaggi ritrovo alle ore 8 al parcheggio del cimitero di Iseo.

La partecipazione è libera, in ogni caso utile una conferma entro il 15 giugno:             telefonare a Carlo: 030736000  oppure inviare una  mail a info@laschiribilla.it

Locandina 17 giugno 2012 Foppella                                                                                                   volantino gita Foppella

Dove c’era l’erba ora c’è il mais-«Uno sfregio per le Lamette»

Pubblichiamo di seguito un altro articolo uscito sulla stampa in seguito alla segnalazione

Lamette, un prato da sfalcio ricco di biodiversità e importante anello della catena alimentare

delle associazioni: ribadiamo che è stato distrutto un ambiente che contribuisce in maniera rilevante al mantenimento della biodiversità dell’area protetta. Ricordiamo anche che la Riserva delle Torbiere del Sebino è Zona di Protezione Speciale (ZPS), ai sensi della Direttiva europea 79/409/CEE. I Piani di gestione devono perseguire un’attenta conservazione di tutte le zone umide, prestando particolare attenzione ai canneti in acqua e in asciutta o periodicamente sommersi. La conservazione di queste aree si realizza attraverso il divieto di trasformazioni ambientali, bonifiche, mutamenti di destinazione d’uso del suolo, attraverso il ripristino e la creazione di ambienti umidi naturali e attraverso la creazione e la tutela di aree “cuscinetto”                         (D.g.r. 8 aprile 2009 – n. 8/9275 Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE)                                                                                                 ————————————————————————————————-                                                                         

Fonte: Bresciaoggi, mercoledì 16 maggio 2012

Il campo incriminato a ridosso della Lametta: sono ancora visibili i rimasugli dei teli biodegradabili (www.bresciaoggi.it)

ISEO. Levata di scudi degli ambientalisti dopo che un agricoltore ha trasformato un prato in un campo coltivato a cereali

Dove c´era l´erba ora c´è il mais                                                                                           «Uno sfregio per le Lamette»                                                                                      Giuseppe Zani

Sotto accusa anche i teli che sono stati usati per proteggere il terreno Ma il contadino si difende: «Si tratta di un materiale biodegradabile»

Teli di plastica stesi a due passi dalle Lamette? «Macché plastica. È bio-materiale fatto di amido di mais che, dopo qualche mese, si decompone e diventa concime», precisa Giorgio Pezzotti, il contadino che, titolare della Stalla sociale del Sebino, a Sulzano, ha preso in affitto da Vigo Nulli, a Iseo (ai piedi della cascina Belaordo), un vasto terreno prima coperto di erba da sfalcio e ora seminato a granoturco. Una trasformazione stigmatizzata da Legambiente e dalle associazioni La Schiribilla e Monte Alto, che hanno puntato il dito contro i teli usati per la pacciamatura del terreno e il passaggio al granoturco. «Vedremo una riserva plastificata e spogliata di biodiversità?», tuonano gli ambientalisti in un volantino diffuso in questi giorni.

«Nei Siti Natura 2000 – vi si legge – i prati da sfalcio vanno mantenuti o recuperati a tutela della biodiversità. Poiché la conversione in coltivi rappresenta un danno per l´equilibrio ecologico, ci sono norme – Indennità Natura 2000 – che prevedono contributi o incentivi per il mantenimento dei prati e anche per la conversione dei coltivi in prati. Ciò nonostante, alle Lamette si va in controtendenza: distrutto il prato da sfalcio, crescono tra le coperture di plastica le nuove piantine». Per i terreni addossati alla Zona A, la zona di massima tutela, puntualizzano le tre associazioni succitate, il Piano di gestione delle Torbiere prevede «la salvaguardia del regime idraulico sia da opere di dreno sia dall´introduzione di nutrienti». A rischio, secondo loro, la ricchezza floristica del sito e la sopravvivenza dell´avifauna. E la manomissione segnalata, insistono, costituisce un grave precedente: «Immaginiamo le conseguenze se tutti i prati dovessero trasformarsi in seminativi». Da qui la richiesta di fare marcia indietro, anche perché ogni cambio di coltivazione all´interno della riserva naturale deve essere autorizzato dal consorzio.

«IO NON LO SAPEVO– ammette candidamente Giorgio Pezzetti -. Sono passato dal prato da taglio al seminativo per ruotare un po´ le colture. Per il resto, non ho nulla da nascondere». Anzi, a suo dire, l´aver introdotto i teli biodegradabili per la pacciamatura del granoturco, che ha piantato per le sue mucche, riduce il consumo di acqua e azzera il ricorso agli erbicidi. «Un metodo più rispettoso dell´ambiente già sperimentato all´estero: insomma, tutto l´opposto di quel che sostengono gli ambientalisti», spiega il contadino sulzanese, sempre attento alle novità che la tecnologia sforna per la tutela dell´ambiente. A Sulzano, non a caso, ha realizzato un impianto che ricava biogas dai liquami. «Forse farebbe più bene all´ambiente se i sedicenti ecologisti si battessero per estendere la pacciamatura con teli biodegradabili al mais della Bassa Bresciana – conclude Pezzotti-. Ve lo immaginate il risparmio di acqua e diserbanti?».

Belle novità faunistiche in riserva

Il Cormorano è una presenza comune in riserva, durante le migrazioni e nella stagione

invernale, ma non si erano ancora notati i nidi sugli alberi della Lama, a testimonianza che anche le torbiere si prestano come sito di riproduzione.

principali paesi di origine della popolazione svernante italiana sono la Danimarca, la Svezia, la Polonia, i Paesi Bassi e la Germania. L’Adriatico settentrionale è il settore più importante per numero d’individui presenti, mentre da alcuni decenni il delta del Po svolge un ruolo significativo

Lama, maggio 2012, nidi di cormorani

per la riproduzione. Il nido, composto di alghe o ramoscelli, contiene in genere 3/4 uova.

 

 

 

 

Altra novità: anche il Fistione Turco, che costruisce i nidi tra la fitta vegetazione palustre,

esemplare maschio di Fistione Turco

nutrendosi d’insetti, pesciolini, sementi, molluschi, germogli, lumache e larve, ha, forse (per la prima volta?), scelto i canneti delle torbiere per la nidificazione.

 

 

Inoltre si è ripetuta la rara nidificazione del gabbiano comune,

aironi bianchi

mentre è da sottolineare la presenza, ormai da mesi, di alcuni aironi bianchi maggiori che, prima di quest’anno, si vedevano rarissimamente e solo di passaggio.

 

 

 

 

E qui, come ogni anno, la prima nidiata dei cigni

che non disdegnano di salire…sugli alberi!

Torbiere: nuovo percorso e questione distruzione habitat in Lamette

Proponiamo qui il servizio (video) realizzato da Ruggero Maggioni sul convegno tenutosi venerdì 11 maggio presso il centro accoglienza visitatori , con intervista al pres. dell'Ente gestore della Riserva, Lecchi, e ad Angelo Danesi (La Schiribilla): si parla del nuovo percorso, delle norme della Riserva e della questione della coltura di mais a ridosso dell'area più pregiata delle Torbiere: https://www.youtube.com/watch?v=X0WRttPBBDk

Qui invece l'articolo uscito il 10/05/2012  sul Giornale di Brescia in seguito al comunicato delle associazioni sulla vicenda delle “Lamette plasticate”

 Iseo Sotto i teli, mais per sacchetti bio

Coltura a strisce nella riserva delle Torbiere

ISEO La coltura di una parte della Lametta, a ridosso del lago, ricoperta oggi con teli di plastica per pacciamatura, consiste in una varietà di mais per la produzione di sacchetti biodegradabili. Questa è la comunicazione che la proprietà privata ha inoltrato all'ente gestore dopo la sollecitazione ricevuta dallo stesso, non avvisato del cambio di destinazione. La segnalazione all'ente gestore della Riserva era giunta già nel mese di marzo da parte del coordinamento delle associazioni ambientaliste, preoccupate per la perdita della biodiversità nella zona C della Riserva. «Nei Siti Natura 2000 i prati da sfalcio vanno mantenuti o recuperati a tutela della biodiversità, tanto che vi sono norme che prevedono incentivi per il mantenimento dei prati e per la conversione dei coltivi in prati. «Il comitato tecnico scientifico della Riserva si riunirà il 20 maggio e stabilirà l'eventuale compatibilità della nuova coltura nelle Lamette» spiega il presidente dell'ente gestore Gianni Lecchi. Fino ad allora il seminativo piantato farà la sua crescita.

 

Bufo Bufo: operazione salvataggio conclusa

Già vi abbiamo informato della previsione di costruire un villaggio turistico a Clusane, proprio dove è rimasto l’ultimo sbocco naturale dell'unico corridoio ecologico tra il lago e la collina, meta di riproduzione del rospo comune, tutelato dalla Regione lombarda. Contro questa nuovo progetto edificatorio l’associazione Monte Alto di Corte Franca, insieme alla Schiribilla, aveva inviato osservazioni al comune di Iseo. Qui sotto un recente articolo sulla conclusione "operazione salvataggio dei rospi" ad opera di alcuni volontari di Corte Franca.

Fonte Bresciaoggi, mercoledì 09 maggio 2012 – PROVINCIA – Pagina 22

ISEO. Partita in sordina nel 2009 quest´anno l´iniziativa ha fatto boom

La campagna salva rospi ha fatto breccia a Clusane

Quasi 500 esemplari anfibi salvati durante la migrazione verso il lago

Alberto Gatti (www.bresciaoggi.it)

Domenica sera sul confine tra Clusane e Paratico si è conclusa la campagna di salvataggio dei rospi comuni che ogni anno «migrano» dai boschi del monte Alto al lago e viceversa per riprodursi.

Una campagna iniziata ai primi di marzo, in solitario, da Alberto Gatti, membro dell´associazione Montealto di Corte Franca, e poi continuata con una mobilitazione crescente al suo fianco. Alle ronde spontanee ha dato una sorta di benedizione istituzionale (e di fatto obbligatoria grazie alla legge regionale 10 del 2008) la Comunità montana del Sebino bresciano inviando sul posto una delle sue guardie ecologiche più attive, Francesco Econimo, anche lui Cortefranca. Gatti ed Econimo hanno tenuto una contabilità degli anfibi salvati e perduti nelle 60 sere in cui i volontari sono entrati in azione. «Il grosso della migrazione di andata quest´anno è cominciato tardi, a causa del clima siccitoso perdurato per tutto marzo- racconta Gatti-. Abbiamo aiutato ad attraversare la strada provinciale dal monte al lago 394 rospi, di cui 318 maschi e 76 femmine. Una sessantina, purtroppo, ci sono scappati e sono finiti sotto le ruote delle auto». La migrazione di ritorno, dal lago al monte, è partita l´8 aprile e si è intensificata durante le piogge di fine mese. Centocinque gli esemplari salvati, di cui la metà femmine; una dozzina le perdite. «Fra gli animali che abbiamo rilasciato alle pendici del monte Alto ce n´era anche uno molto piccolo nato solo l´anno scorso fra i canneti del lago», ricorda Econimo.

Quanto sia valso stavolta il contributo dei volontari sebini a evitare l´estinzione degli anfibi terricoli del basso lago, lo si potrà misurare con la prossima migrazione. Il passaggio sulla strada provinciale Iseo-Paratico Alberto Gatti l´ha scoperto nel 2009 mentre andava Pontirone, sulla sponda bergamasca del Sebino, a dar man forte ai volontari locali che raccolgono con secchi i soggetti bloccati contro i muri di contenimento della litoranea e poi li liberano in acqua. Stessa operazione egli ha ripetuto nel 2010 e nel 2011, ma da solo, a Clusane. Quest´anno è invece riuscito a coinvolgere amici e passanti. E porterà i dati della campagna 2011 al convegno sulla tutela degli anfibi in Lombardia previsto a Endine il 26 maggio. G.Z.

 

Avviso: Torbiere, presentazione e inaugurazione percorso fruibile da tutti

fonte: www.torbiere.it 

“LA RISERVA NATURALE DEL SEBINO:

“PRESENTAZIONE E INAUGURAZIONE PERCORSO FRUIBILE DA TUTTI"

VENERDI’ 11 MAGGIO 2012 – PRESSO IL CENTRO DI ACCOGLIENZA DELLA RISERVA NATURALE “TORBIERE DEL SEBINO” – Via Tangenziale Sud- ISEO (BS) di fronte allo stadio di Iseo

h 15.30: SALUTO DEL PRESIDENTE DELL’ENTE PER LA GESTIONE DELLA RISERVA Giovanni Lecchi

h 15.45: “UN RAGIONEVOLE ACCOMODAMENTO” a cura di Giancarlo Onger

h 16.00: Presentazione del Progetto a cura di Elisabetta Bianchessi e Marco Ceccherini, Politecnico di Milano, progettisti del percorso

h 16.20: “L’ESPERIENZA DELLA SCUOLA BRESCIANA PER L’EDUCAZIONE AMBIENTALE” a cura di Giovanni Quaresmini, Dirigente Scolastico, referente Commissione “Scuola – Ambiente” dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia

 h 16.40: Presentazione attività didattica della Riserva a cura della Cooperativa Cauto

h 17.00: INAUGURAZIONE E VISITA GUIDATA DEL NUOVO PERCORSO DELLA RISERVA

h 18.00 Aperitivo

NB: AGLI INTERESSATI VERRÀ RILASCIATO REGOLARE ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE A CURA DEL CNIS, ASSOCIAZIONE RICONOSCIUTA DAL MIUR PER LA FORMAZIONE

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Qui si trova il PROGRAMMA da scaricare e, di seguito, sull'argomento, un articolo di Bresciaoggi, 6 maggio 2012

ISEO. Pronte le nuove strutture per ampliare la fruizione della Riserva

Torbiere per non vedenti: la natura è senza barriere

Realizzate «mappe tattili» e percorsi agevolati per far conoscere il luogo a chi è privo della vista

Le Torbiere di Iseo: nuovi percorsi per non vedenti e disabili motori.

Anche i non vedenti e i disabili motori potranno fruire delle bellezze delle Torbiere.Si sono infatti conclusi, dopo 8 mesi, i lavori di realizzazione del progetto del costo di circa 99 mila euro, finanziato dalla Regione e voluto dal Consorzio di tutela di questa zona umida di interesse europeo. «Abbiamo messo a frutto – spiega Gianni Lecchi presidente del Consorzio – il progetto degli architetti del Politecnico di Milano, Marco Ceccherini e Elisabetta Bianchessi, che ne hanno curato la realizzazione con gli studenti del primo corso di architettura ambientale. La parte pratica l´ha invece svolta una ditta di Marone».

IL NUOVO ITINERARIO paesaggistico di circa 500 metri è percorribile sia dai disabili motori che da tutti i visitatori. Parte dal centro di accoglienza verso la prima vasca d´acqua nel settore nord-ovest, verso la torretta di avvistamento. Qui sono state collocate le singole postazioni di osservazione con binocoli fissi, costituite da cornici lignee distanziate ritmicamente tra loro che permettono l´avvistamento degli uccelli e della vegetazione lagunare. Le singole postazioni sono dissimulate con la presenza di cortine vegetali in canne palustri, presenti lungo le sponde e raddensate, precedute da giunchi di paludi e cannucce.

Per i non vedenti, invece, all´esterno del centro di accoglienza è stato creato un padiglione tattile, anch´esso aperto e trasparente, in costante dialogo con la natura. Qui è prevista la possibilità di una sosta prolungata, sotto i sottili archi rettangolari in cui sarà possibile usufruire delle mappe tattili, dislocate a un´altezza ideale per non vedenti, ipovedenti e bambini. Una bella notizia, non c´è che dire. Anche in momenti di crisi c´è chi lavora e investe in cultura e in socialità. Il tutto sarà inaugurato venerdì 11 maggio dalle 15, al centro accoglienza della riserva naturale a Iseo. F.SCO.

comunicato stampa

Iseo, 4 maggio 2012                             COMUNICATO  STAMPA

Manomissioni in Lametta: grave rischio per la biodiversità nella Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino

 •          Nel marzo scorso in Lametta, proprio a ridosso della pregiata zona A (compresenza  di  rilevanti  valori  avifaunistici  e flogistico – vegetazionali) abbiamo scoperto per caso che ettari di terreno, prima coperti da prato da sfalcio, sono stati completamente trasformati in seminativo, con pacciamatura di teli di plastica.

•          Le nuove tavole tematiche della vegetazione, aggiornate al 2008 dall’Ente gestore proprio a supporto del nuovo Piano, individuano, in gran parte della fascia compresa fra la pregevole area umida verso il lago e via Colombera, ambienti di interesse comunitario, caratterizzati da un susseguirsi di prati da sfalcio, dominati da molinio arrhenatheratalia.

•          Nei Siti Natura 2000 i prati da sfalcio vanno mantenuti o recuperati a tutela della biodiversità, tanto che, poiché la conversione in coltivi rappresenta un danno elevato per l’equilibrio ecologico, vi sono norme (Indennità Natura 2000) che prevedono contributi/incentivi per il mantenimento dei prati e anche per la conversione dei coltivi in prati!

•          CIONONOSTANTE IN LAMETTA SI VA IN CONTROTENDENZA: distrutto il prato da sfalcio, crescono tra le coperture di plastica le nuove piantine, mentre, al momento in cui scriviamo, non è ancora pervenuta, a fronte delle nostre segnalazioni, una risposta chiarificatrice dell’Ente gestore del Sito.

VEDREMO UNA RISERVA PLASTIFICATA E SPOGLIATA DI BIODIVERSITÀ?

Riteniamo che sia gravemente a rischio il delicato ecosistema del Sito:

– i prati da sfalcio oltre che conservare la ricchezza floristica dell’ambiente sono molto importanti per la sopravvivenza dell’avifauna;

– tali terreni sono addossati alla torbiera bassa alcalina (zona A), un habitat le cui indicazioni gestionali prevedono, tra l’altro,  la salvaguardia del regime idraulico sia da opere di dreno sia dall’introduzione di nutrienti;

– la trasformazione in coltivo di un prato da sfalcio creerebbe inoltre un gravissimo precedente: immaginiamo le conseguenze se tutti i prati da sfalcio dovessero trasformarsi in seminativi!

Chiediamo perciò all’Ente GESTORE, responsabile in primis del Sito Natura 2000, un immediato intervento che porti al ripristino dei luoghi, nel rispetto della normativa vigente, riservandoci di segnalare la situazione ad altre Autorità competenti.

Legambiente Franciacorta         legambientefc@virgilio.it

Legambiente Bassosebino          legambiente.bassosebino@gmail.com

Ass. La Schiribilla                     info@laschiribilla.it  

Ass. Monte Alto                         associazione.montealto@gmail.com

qui il comunicato stampa corredato da immagini: 

ComunicatoStampa_120504